Personaggi

Erich Maria Remarque

Il 22 giugno ricorre la nascita (nel 1898) dello scrittore tedesco Erich Paul Remark, conosciuto con lo pseudonimo Erich Maria Remarque (1898-1970)
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famoso soprattutto per due romanzi:
– nel 1929, “Im Westen nichts Neues” (in italiano “Ad Ovest niente di nuovo”, oppure “Niente di nuovo sul fronte occidentale”; in Esperanto “En Okcidento nenio nova”, Köln, Heroldo de Esperanto, 1929)
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in cui, con riferimento al primo conflitto mondiale, è descritta la crudeltà e l’insensatezza della guerra;
– nel 1931, “Der Weg zurück” (in italiano “La via del ritorno; en Esperanto “La Vojo Returne”, trad. Joseph F. Berger, Köln: Heroldo de Esperanto, 1931; un’altra edizione fu fatta in Gran Bretagna, all’incirca nel 1935, a Rickmansworth, dalla Esperanto Publ. Co.)
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il quale descrive la difficile vita nel periodo postbellico, ed in particolare il dramma dei profughi tedeschi cacciati da Paesi europei (su questo bisognerebbe meditare oggi; ma l’insegnamento della storia è che essa non insegna niente).
In “Esperanto de UEA” 1929-5, p. 88 c’è la recensione di “En okcidento nenio nova”; un estratto apparve in “Esperanto de UEA” 1929-9, p. 166-167. Una recensione apparve anche in “Literatura Mondo” 1931-6, p. 124/125.
​In “Esperanto de UEA” 1931-7/8, p. 109-111, apparve in anteprima il primo capitolo del volume “La vojo returne”; recensioni apparvero in “Literatura Mondo” 1931-10, p. 234, e ne “L’Esperanto” 1931-12, p. 316.
​È da notare quello che scrisse in quell’occasione la citata rivista italiana “L’Esperanto”: “È la descrizione, a pennellate violente e pittoresche, del marasma trovato nella nazione tedesca (e, press’a poco, in tutte le nazioni belligeranti) al ritorno dal fronte degli ex combattenti e del disagio morale nel quale questi vennero a trovarsi nella loro «vojo el la tranĉeoj returne al la civila vivo». (via del ritorno dalle trincee alla vita civile). Questo comprensibile disordine e disorganizzazione civile è stata, in Italia, felicemente arginata dalla lungimirante avvedutezza di Mussolini, che ha voluto e saputo trovare la giusta strada per risanare quel tale marasma”.
Deve essere sottolineata la tempestività della pubblicazione delle versioni in Esperanto, praticamente in contemporanea con gli originali; è degno di nota anche il fatto che le due traduzioni furono edite proprio in Germania, a Colonia (prima che Teo Jung fosse costretto ad emigrare in Olanda per la pressione nazista); invece, una seconda edizione de “Der Weg zurück” apparve in Gran Bretagna, dopo la presa del potere in Germania da parte dei nazisti e la messa al bando e il rogo delle sue opere

bruligo de libroj

libri al rogo


Ugualmente fuori della Germania apparve, nella rivista “Esperanto de UEA”, 1942, pagg. 3-4, la traduzione (curata da François Hayotte) di una novella di Remarque (“Amu vian proksimulon!”).
Nel 1931 Remarque si era trasferito in Svizzera; poi emigrò negli Stati Uniti, tornando nel 1948 in Svizzera, dove morì nel 1970.
Allego:
– la pagina 23 del numero 49 (gennaio 1918) del bollettino tedesco “Internacia Bulteno”, che durante la prima guerra mondiale diffondeva in Esperanto notizie sul conflitto, ovviamente dal punto di vista germanico. La frase iniziale “La orienta fronto militiste estas kvazaŭ foriĝinta kaj sur la alia fronto nenio grava okazis” (“Il fronte orientale sul piano militare è quasi scomparso e sull’altro fronte niente di importante è accaduto”), corrisponde esattamente al titolo del libro “Niente di nuovo sul fronte occidentale”;
– p. 316 de “L’Esperanto” 1931-12.
Non c’è da scandalizzarsi (malgrado un certo turbamento) per l’uso dell’Esperanto per propaganda bellica o di partito: secondo la Dichiarazione di Boulogne, può essere definito esperantista chiunque usa l’Esperanto, per qualunque scopo lo faccia.

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