Personaggi

Cervantes

Il 22 aprile ricorre la morte (nel 1616) del poeta, romanziere, drammaturgo e militare spagnolo Miguel de Cervantes Saavedra (1547-1616)

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​noto soprattutto per il romanzo “Don Chisciotte della Mancia” (in spagnolo, “El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha”),

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forse l’opera più tradotta dopo la Bibbia, che ha dato origine in tutte le lingue a modi di dire (ad esempio, “fare il Don Chisciotte”) per indicare chi generosamente ma utopisticamente insegue sogni impossibili (segnalo, al riguardo, un articolo apparso su “Espero katolika” 1964-5:

www.esperokatolika.org/ek19611965/ek1964_05.htm#17 )

​Il romanzo integrale esiste in una lussuosa edizione in Esperanto (1977), nella magistrale traduzione di Fernando de Diego

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Inĝenia hidalgo Don Quijote de la Mancha, La. Miguel de Cervantes. Tradukis F. de Diego. Prozo tradukita / romanoj. Fundación Esperanto. Zaragoza. 1977. 820 paĝoj. Prezo: 45.00 €

Inoltre, in “Esperanto de UEA” 1964-1, p. 5, è scritto che i Signori Isbrucker (dell’Internacia Esperanto-Instituto dell’Aia) affidarono alla Biblioteca dell’UEA il manoscritto della traduzione dell’intera opera, effettuata da H. J. Bulthuis (1865-1945).

​Traduzioni parziali sono apparse:

– nel 1909, 5 capitoli (41-45), trad. Frederic Pujulà y Vallés (recensione in “Brita esperantisto” 1909-57, p. 171);

​- nel 1955, 3 capitoli (33, 34, 35), trad. Luis Hernandez (recensione in “Esperanto de UEA” 1956-9, p. 137-138).

Trascrivo un brano del cap. 41 del Don Chisciotte, che sembra prefigurare una sorta di Esperanto:

La primera persona con quien encontré fue con su padre, el cual me dijo en lengua que en toda la Berbería, y aun en Constantinopla, se halla entre cautivos y moros, que ni es morisca, ni castellana, ni de otra nación alguna, sino una mezcla de todas las lenguas, con la cual todos nos entendemos.

 

La prima persona in cui m’imbattei fu suo padre, il quale mi rivolse la parola in una lingua che si parla fra schiavi e Mori in tutta la Barberia ed anche a Costantinopoli

e che non è né moresca né castigliana né di alcun’altra nazione, bensì un miscuglio di tutte le lingue con la quale tutti ci s’intende.

 

Li alparolis min en la lingvo (…) nek kastilia, nek maŭra, nek apartenanta al ajna nacio, sed mikso de ĉiuj lingvoj kaj per ĝi oni interkompreniĝas.

 

​Cervantes ebbe una vita avventurosa e piena di situazioni incresciose: perse l’uso della mano sinistra nella battaglia di Lepanto (1571) al seguito di Don Giovanni d’Austria (fu ricoverato a Messina, ed in quella città incominciò a scrivere il “Don Chisciotte”); rimase cinque anni prigioniero di pirati; fu scomunicato; subì numerosi processi penali (per vari motivi, dall’omicidio alla bancarotta fraudolenta); ebbe un matrimonio infelice ed una figlia illegittima; e visse sempre in ristrettezze economiche, inseguendo invano (un po’ come il suo Don Chisciotte) il successo e la gloria, e morendo in povertà.

​Nella rivista “L’Esperanto” 1922-7/8, p. 154, è riportato un aneddoto a proposito della minorazione riportata da Cervantes in guerra; lo trascrivo, evidenziando il nome del traduttore, Bruno Migliorini, all’epoca ventiseienne, che sarebbe diventato famoso come linguista:

SALUTO DE CERVANTES.

La aŭtoro de Don Quijote kuŝis sui pajl-amaso post la batalo de Lepanto, inter la vunditoj. Kaj al don Johano de Aŭstrio, kiu ilin vizitis, Saavedra, kiam li lin havis apude, kriis: «Bonan vesperon, don Johano!». Kaj, je la miro de la princo kaj liaj vortoj: «Ha, don Miĥaelo, donu al mi vian manon!», la poeto nur respondis: «Mi ĝin donis al vi, don Johano! Se ĝi povus rekreski, mi ĝin al vi donus, en fido de Dio!».

Kaj li montris tra la malhela aero la kripligitan brakon.

Oresto Giardini, Esperant. B. MIGLIORINI

 

​L’UNESCO ha dichiarato il 23 aprile Giornata Mondiale del Libro, in omaggio a Cervantes ed a Shakespeare, che sarebbero morti entrambi il 23 aprile 1616; ma si tratta di un errore cronologico, anzi di un doppio errore: Cervantes fu sepolto il 23 aprile 1616, ma era morto il giorno precedente, il 22; e Shakespeare morì sì il 23 aprile 1616, ma secondo il calendario giuliano, all’epoca ancora in uso in Inghilterra, cioè in un giorno diverso rispetto a Cervantes, morto sotto il nuovo calendario gregoriano.

​Allego:

– l’immagine del monumento a Don Giovanni d’Austria a Messina, da un’antica cartolina;

​- una cartolina dell’Internacia Esperanto-Instituto del 3 febbraio 1941 (da notare i timbri della censura tedesca con aquila e svastica, sebbene la cartolina andasse da un Paese occupato – l’Olanda – ad un Paese alleato – l’Italia);

– un annullo speciale spagnolo (Barcellona, 24 settembre 1966) per il 350° anniversario della nascita di Cervantes, con le figure di Don Chisciotte e Sancho Panza;

– un annullo speciale spagnolo (Barcellona 24 febbraio 1972) per la Giornata Internazionale del Libro e della Lettura, con l’effigie di Don Chisciotte;

– un annullo speciale spagnolo (Valenza 30 aprile 1972) per l’Anno Internazionale del Libro e della Lettura, con l’effigie di Don Chisciotte.

Un pensiero su “Cervantes

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