Personaggi

Gustavo Adolfo Bécquer

Il 22 dicembre è l’anniversario della morte (nel 1870, a soli 34 anni) del poeta e scrittore spagnolo (andaluso) Gustavo Adolfo Domínguez Bastida, conosciuto come Gustavo Adolfo Bécquer (1836-1870)

it.wikipedia.org/wiki/Gustavo_Adolfo_B%C3%A9cquer

Considerato uno dei maggiori poeti del romanticismo spagnolo, si espresse in un linguaggio semplice, lontano dalla pomposità, rivolgendosi al sentimento ed alla fantasia, in versi brevi e ricchi di musicalità, nei quali si sente l’eco della musica popolare andalusa.

Le sue poesie (“Rimas” – Rime), di moderna sensibilità, hanno influenzato i poeti spagnoli del Novecento, in particolare Miguel de Unamuno, Antonio Machado, Juan Ramón Jiménez, Rafael Alberti, Federico García Lorca.

Ho già parlato di lui il 17 febbraio 2018.

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2018/02/17/gustavo-adolfo-becquer/ 

(Aggiunta: nel 1972 è apparsa a Saragozza, a cura delle Federazione Esperantista Spagnola, un’altra traduzione in Esperanto delle “Rimas”, con il titolo “Kun sopira koro”, trad. Fernando de Diego, presentazione di José Ignacio Ciordia).

Trascrivo, in spagnolo e nelle traduzioni in italiano e in Esperanto, la poesia “Rima XVI – Si al mecer las azules campanillas de tu balcón” (Se a cullare le azzurre campanule del tuo balcone – Se balkone viaj kampanoloj flustras treme).

Allego.

– la copertina di “Kun sopira koro”;

– un francobollo italiano del 2001, su bozzetto di Anna Maria Maresca, con l’immagine di campanule.


SI AL MECER LAS AZULES CAMPANILLAS DE TU BALCÓN

Si al mecer las azules campanillas

de tu balcón

crees que suspirando pasa el viento

murmurador,

sabe que, oculto entre las verdes hojas,

suspiro yo.

Si al resonar confuso a tus espaldas

vago rumor,

crees que por tu nombre te ha llamado

lejana voz,

sabe que, entre las sombras que te cercan,

te llamo yo.

Si se turba medroso en la alta noche

tu corazón

al sentir en tus labios un aliento

abrasador,

sabe que, aunque invisible, al lado tuyo

respiro yo.

Gustavo Adolfo Bécquer

°°°°°

SE A CULLARE LE AZZURRE CAMPANULE DEL TUO BALCONE

Se a cullare le azzurre campanule

del tuo balcone

credi che sospirando passi il vento

mormoratore

sappi che, occulto fra le verdi foglie,

sono io che respiro.

Se quando risuona confuso alle tue spalle

vago rumore,

credi che per nome ti abbia chiamato

lontana voce,

sappi che, fra le ombre che ti cercano,

sono io che chiamo. 

Se si turba timoroso a notte fonda

il tuo cuore

nel sentire sulle labbra un alito

ardente,

sappi che, sebbene invisibile, accanto a te

sono io che respiro.

Gustavo Adolfo Bécquer, trad. Antonio De Salvo

°°°°°

SE BALKONE VIAJ KAMPANOLOJ FLUSTRAS TREME

Se balkone viaj kampanoloj

flustras treme,

kaj vi kredas: vento ilin lulas

kareseme,

sciu: mi kaŝiĝas inter ili

sopirĝeme.

Se postdorse aŭdas vi konfuzan

bruon krian,

kaj vi kredas: nekonato krias

nomon vian,

sciu: mi vin el angul’ malluma

vokas tiam.

Se noktmeze via kor’ timfrapas

nebrideble,

kaj de ies arda spir’ la lipoj

brulas febre,

sciu: apud vi mi kuŝas tiam

nevideble.

Gustavo Adolfo Bécquer, trad. Kálmán Kalocsay,

“Eterna bukedo” 1931, p. 231;

“Tutmonda sonoro” 1981, p. 474.

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