Eventi

Rivoluzione ungherese

Il 23 ottobre 1956 ebbe inizio quella che è passata alla storia come la “rivoluzione ungherese”,

it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_ungherese_del_1956 

www.cifr.it/articoli/2006cinquantannirivoluzioneungherese.pdf 

un generoso ma sfortunato tentativo di liberarsi dal dominio sovietico, nella prospettiva di un “socialismo dal volto umano” (la medesima aspirazione che, nel 1968, spinse la Cecoslovacchia di Alexander Dubček alla “Pražské jaro”, Primavera di Praga).

Voglio ricordare gli eventi del 1956 in un modo singolare: trascrivendo (con traduzione in italiano) l’articolo andato in onda in Esperanto il 31 ottobre 1981, nell’ambito della trasmissioni per l’estero della Radiotelevisione Italiana-RAI (Radio Roma), per commemorare il 25° anniversario della rivoluzione ungherese.

È interessante vedere, a distanza di 38 anni (1981-2019), come le cose del mondo siano andate in un modo diverso da quello previsto (e, per la verità, razionalmente prevedibile).

Allego:

– la riproduzione del giornale “L’Unità” (organo del Partito comunista italiano) del 25 ottobre 1956, con il titolo a tutta pagina: “Le bande controrivoluzionarie vengono costrette alla resa dopo i loro sanguinosi attacchi contro il potere socialista”;

– un foglietto filatelico ungherese del 2006 per il 50° anniversario della rivoluzione del 1956.


(segue traduzione in italiano)

DATREVENO DE POPOLA RIBELO

Teksto de Rodolfo Brancoli, traduko de Antonio De Salvo

RADIO ROMA – ESPERANTO, 31.10.1981

Antaŭ 25 jaroj, la 23-an de oktobro 1956, eksplodis la hungara revolucio, la plej sanga kontraŭsoveta ribelo en la historio, sufokita en la spaco de malmultaj tagoj kun miloj da mortintoj ĉe la ribeluloj.

Temas pri dato, kiu, ekde tiam, daŭre estas memorigata kiel unu el la plej tragikaj en la postmilita epoko; de pli ol unu jaro, krome, ĝi ofte estas menciata en komparo kun la malfacila vojo de la renoviĝo en Pollando.

Ĝuste je la krio “solidareco kun Pollando”, dekmiloj da hungaraj gejunuloj komencis en Budapeŝto, antaŭ 25 jaroj, iun manifestacion, kiu baldaŭ transformiĝis en ĝeneralan ribelon. Oni demonstraciis favore al Władysław Gomulka, ĵus fariĝinta estro en Pollando malgraŭ la kontraŭstaro de Sovetunio, kaj, samtempe, oni manifestaciis, por ke Hungario “vekiĝu” el la servuteco je polica regado kaj el la nacia humiliĝo. Kvaronjarcenton poste, Pollando denove ekbolas, dum Hungario, kontraŭe, aspektas fidela membro de la socialisma tendaro kaj prosper-insulo en Orienta Eŭropo.

Multaj aferoj ŝanĝiĝis en Budapeŝto post la tragikaj tagoj de la ribelo. Hungaroj donas al siaj najbaroj rimarkindan ekzemplon de pragmatismo, kaj ilia “ekonomia modelo” estas ĉie menciata en Orienta Eŭropo, dum Rumanio travivas seriozan nutraĵan krizon kaj Pollando bezonas ĉion. La observantoj reliefigas, ke, dum en Pollando falis du partiestroj en unu jaro, en Budapeŝto János Kádár baldaŭ festos 25 jarojn da seninterrompa regado. Hodiaŭ, ŝajne, ĉio dividas Pollandon kaj Hungarion. La pola estonteco estas ankoraŭ ligita je malfacilaj perspektivoj, internaj kaj internaciaj, dum Hungario ŝajne zorgas nur pri sia originala ekonomia eksperimento, evitante la malaprobojn de la gardistoj de ortodoksio: la privata sektoro efektive ĝuas renoviĝon, la entreprenoj havas grandan memstarecon, inkluzive de la rilatoj kun la okcidenta mondo. Nur kelkaj medioj, precipe ĉe la intelektularo, rigardas kun intereso, eble eĉ kun envio, al tiuj ekvilibroj de libereco, kiuj agitiĝas en Pollando, kaj kiuj celas rekonduki la nacian historion en la ĝustan lokon.

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(traduzione):

ANNIVERSARIO DI UNA RIVOLTA POPOLARE

Testo di Rodolfo Brancoli

RADIO ROMA – ESPERANTO, 31.10.1981

25 anni fa, il 23 ottobre 1956, scoppiò la rivoluzione ungherese, la più sanguinosa rivolta antisovietica della storia, soffocata nell’arco di pochi giorni con migliaia di morti tra i rivoltosi.

Si tratta di una data che, da allora, è costantemente ricordata come una delle più tragiche del dopoguerra; da più di un anno, inoltre, è spesso citata a confronto con il difficile cammino del rinnovamento in Polonia.

Proprio al grido “solidarietà con la Polonia”, decine di migliaia di giovani ungheresi iniziarono a Budapest, 25 anni fa, una dimostrazione, che presto si trasformò in una rivolta generale. Si dimostrava a favore di Władysław Gomulka, appena diventato capo in Polonia malgrado l’opposizione dell’Unione Sovietica, e al tempo stesso si dimostrava affinché l’Ungheria “si svegliasse” dalla schiavitù di un regime poliziesco e dalla umiliazione nazionale. Un quarto di secolo dopo, la Polonia è di nuovo in ebollizione, mentre l’Ungheria, invece, appare un membro fedele del campo socialista e un’isola di prosperità in Europa orientale.

Molte cose sono cambiate a Budapest dopo le tragiche giornate della rivolta. Gli ungheresi danno ai loro vicini un notevole esempio di pragmatismo, e il loro “modello economico” è ovunque citato in Europa orientale, mentre la Romania vive una seria crisi alimentare e la Polonia ha bisogno di tutto. Gli osservatori evidenziano che mentre in Polonia sono caduti due capipartito in un anno, a Budapest János Kádár festeggerà presto 25 anni di ininterrotto governo. Oggi, a quanto pare, tutto divide la Polonia dall’Ungheria. Il futuro polacco è ancora legato a difficili prospettive, interne e internazionali, mentre l’Ungheria sembra pensare soltanto al suo originale esperimento economico, evitando le disapprovazioni dei guardiani dell’ortodossia: il settore privato gode effettivamente di un rinnovamento, le imprese hanno una grande autonomia, compresi i rapporti con il mondo occidentale. Soltanto alcuni ambienti, specie tra gli intellettuali, guardano con interesse, forse anche con invidia, a quegli equilibri di libertà che si agitano in Polonia, e che hanno lo scopo di rimettere al posto giusto la storia nazionale.

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