Personaggi

Guido Gozzano

Il 19 dicembre è l’anniversario della nascita (nel 1883) del poeta e scrittore italiano (torinese) Guido Gozzano (1883-1916)
it.wikipedia.org/wiki/Guido_Gozzano
uno dei maggiori esponenti del cosiddetto “crepuscolarismo”, secondo uno stile intimista intriso di malinconia, sostenuto dal presentimento di una vita breve (morì a soli 32 anni, di tubercolosi).
Posso ripetere per Gozzano quello che scrissi il 17 giugno 2017 per un altro poeta crepuscolare, Sergio Corazzini (1886-1907), anche lui morto in giovane età:

Sergio Corazzini


«La sua esperienza di vita (o meglio, di morte) chiarisce perché si sia sentito “poeta delle piccole cose”, usando un linguaggio semplice, in contrapposizione all’allora dominante esuberanza dannunziana: la sua poesia esprime da un lato un malinconico desiderio di vivere, dall’altro la consapevolezza di non avere prospettive future».
Trascrivo la poesia “La notte santa”, in italiano e nella traduzione in Esperanto (La sankta nokto) di Carlo Minnaja.
Elenco, in fondo, le poesie di Gozzano tradotte in Esperanto.
Aggiungo che, anni fa, un gruppo di lavoro italiano, di cui facevano parte tra gli altri Gabriele Aquilina e Mariella Calabrini, iniziò la traduzione di dodici fiabe di Guido Gozzano, meno conosciute delle sue poesie, ma veri capolavori nel loro genere. Il lavoro, però, si è interrotto.
Allego uno dei francobolli britannici del 1979 per il Natale, con Maria e Giuseppe in viaggio verso Betlemme.


LA NOTTE SANTA

Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.


– Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po’ di posto per me e per Giuseppe?
– Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe.
Il campanile scocca
lentamente le sette.

– Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
– Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.
Il campanile scocca
lentamente le otto.

– O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
– S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno
d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.
Il campanile scocca
lentamente le nove.

– Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
– Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…
     Il campanile scocca
    lentamente le dieci.

Oste di Cesarea… – Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell’alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente.

La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due?
– Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta!
Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue…
Maria già trascolora, divinamente affranta…
Il campanile scocca
la Mezzanotte Santa.


È nato! Alleluja! Alleluja!
È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d’un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaie
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill’anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d’un astro divino
la notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato!
Alleluja! Alleluja!

Guido Gozzano

°°°°°

LA SANKTA NOKTO

– Konsolu vin, Maria, al Betlehem’ ni venis
trofee ornamita, post pilgrimad’ senĉesa.
Ĉar mi tro laca estas kaj vi pro laco penis
ni haltu ĉe gastejo por la ripoz’ necesa.
Ĉe l’ kampanil’ eksonas
malrapide la sesa.

– Ho vi de l’ “Ĉeval’ Griza”, ĉu eta loko restas
por mi kaj por Jozefo, apenaŭ loko eta?
– Sinjoroj, mi bedaŭras: mirakla nokto estas;
tro multaj la fremduloj; ĉambraro plenkompleta.
Ĉe l’ kampanil’ eksonas
malrapide la sepa.

– Gastejestro de l’ “Maŭro”, ĉu ĉambro je dispono?
Mia edzin’ tre lacas, mi falas sen apogo!
– Tuta hotelo plenas, terasoj kaj balkonoj:
provu ĉe l’ “Blanka Cervo”, tiu pIi suba loko.
Ĉe l’ kampanil’ eksonas
malrapide la oka.

– Ho vi de l’ “Blanka Cervo”, ĉu havas vi eĉ kelon
por dormi? Ne nin sendu al loko pli antaŭa!
– La stelon ni atendas. Plenigas la hotelon
kleruloj, astronomoj el ĉiu land’ ĉirkaŭa.
Ĉe l’ kampanil’ eksonas
malrapide la naŭa.

– Estrino de l’ “Tri Merloj”, kompatu vi fratinon!
Pensu pri mia stato kaj pri la strat’ longega!
– Ĝis la tegment’ atendas de l’ stelo la kulminon
saĝuloj el la gentoj persa, egipta, greka…
Ĉe l’ kampanil’ eksonas
malrapide la deka.

– Estro de Cezarea… – Maljunan lignaĵiston?
Lin loĝigi? L’ edzinon? Eĉ loĝi ne pagante?
Da kavaliroj, damoj mi havas plenan liston.
Miksi diversajn klasojn ne estas elegante.
Ĉe l’ kampanil’ eksonas
la dekunua lante.

La neĝo – Jen brutejo! – Ĉu loko por enveno?
– Froste! – Ni haltis! – Kiom da neĝo! – Laŭ komplezo
por iom nin varmigi jen bovo kaj azeno…
Maria jam eksvenas, pro Di-akuŝa pezo…
Ĉe l’ kampanil’ eksonas
la Sankta Noktomezo.
Naskiĝis Li jen! Haleluja!
Naskiĝis l’ Infan’ Suverena.
La nokto per bela lum’ tuja
de l’ dia komet’ iĝas plena.
Sakŝalmoj, per gajaj insistoj,
vi tintu kaj estu sonoraj!
Do venu, mastrinoj, paŝtistoj,
ho gentoj proksimaj kaj foraj!

Nek silkoj nek molaj tapetoj,
sed, kiel jam estis skribite
de jaroj kvar mil de l’ Profetoj,
nur iom da pajlo surlite.
Dum jaroj kvar mil ni atendis
ĉi horon, post horo kaj horo.
Naskiĝis Li jen! la Sinjoro!
En landon la nian descendis!
De l’ dia komet’ iĝas plena
la nokto, per bela lum’ tuja.
Naskiĝis l’ Infan’ Suverena.
Naskiĝis Li jen! Haleluja!

Guido Gozzano, trad. Carlo Minnaja
(“Espero Katolika” 1981-12, p. 198-199;
“Enlumas min senlimo”, p. 59-60)

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Poeziaĵoj de Guido Gozzano tradukitaj al Esperanto
Poesie di Guido Gozzano tradotte in Esperanto

Colloqui (Interparoladoj), I-II, trad. Gaudenzio Pisoni, “L’Esperanto” 1970-2, p. 7; “Enlumas min senlimo”, p. 51-52, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds 1990;
Colloqui (Interparoladoj), III, trad. Gaudenzio Pisoni, “Enlumas min senlimo”, p. 56, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds 1990;
Elogio degli amori ancillari (Laŭdo de la servistinaj amoj), trad. L.M. Marcolin (Carlo Minnaja), “L’Esperanto” 1970-2, p. 8; trad. Carlo Minnaja, “Enlumas min senlimo”, p. 53, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds 1990;
La notte santa (La sankta nokto), trad. Carlo Minnaja, “Espero katolika” 1981-12, p. 198-199
www.esperokatolika.org/ek19811985/ek1981_12.htm#13
“Enlumas min senlimo”, p. 59-60, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds 1990;
La canzone di Piccolino (La kanzono de Etulo), trad. Carlo Minnaja, “Espero katolika” 1982-11, p. 181
www.esperokatolika.org/ek19811985/ek1982_11.htm#8
“Enlumas min senlimo”, p. 57-58, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds 1990;
L’assenza (Forrestado), trad. Gaudenzio Pisoni, “Enlumas min senlimo”, p. 54, LF Koop, La-Chaux-de-Fonds 1990;
L’amica di Nonna Speranza (La amikino de Avin’ Espero), vv. 1-14, trad. Carlo Minnaja, “Enlumas min senlimo”, p. 55, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds 1990.

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