Personaggi

Guillaume Apollinaire

Il 9 novembre è il probabile anniversario della morte (nel 1918) del poeta, scrittore e critico d’arte Wilhelm Albert Włodzimierz Apollinaris de Wąż-Kostrowicki (ovvero Guillaume-Apollinaris-Albertus de Kostrowitsky), conosciuto come Guillaume Apollinaire (1880-1918)
it.wikipedia.org/wiki/Guillaume_Apollinaire
Nato a Roma, figlio illegittimo di uno svizzero dei Grigioni (che non lo riconobbe) e di una polacca, pertanto all’epoca cittadino dell’Impero russo, naturalizzato francese e vissuto in Francia (nel cui Esercito combatté), Apollinaire è considerato francese per cultura.
Ho detto “probabile anniversario della morte”, perché in realtà non si sa con esattezza quando morì: fu trovato morto nella sua casa di Parigi, il 9 novembre 1918, dall’amico Giuseppe Ungaretti

Giuseppe Ungaretti


che era andato a fargli visita per comunicargli la fine della prima guerra mondiale.
Il paradosso è che Apollinaire morì banalmente di febbre spagnola, a soli 38 anni, dopo aver superato, sia pure a prezzo di un delicato intervento chirurgico, una grave ferita alla tempia riportata nel 1916, in quella guerra, per la quale si era arruolato volontario, dichiarandola (da seguace del futurismo di Filippo Tommaso Marinetti)
it.wikipedia.org/wiki/Filippo_Tommaso_Marinetti
“un grand spectacle” (un grande spettacolo).
Nella sua breve vita, Apollinaire ha avuto una grande influenza nella letteratura e nelle arti, specialmente riguardo al simbolismo (con una particolare attenzione al valore suggestivo delle associazioni di parole), al cubismo e al surrealismo.
Rinvio alle pagine di Wikipedia, limitandomi a trascrivere (in francese, e nella traduzione in Esperanto di Roland Platteau), la poesia “Mai” (Maggio – Majo)
N.B.: Apollinaire non usava punteggiatura.
Allego il francobollo francese del 1961, su bozzetto di Charles Mazelin, in onore di Apollinaire (considerato “mort pour la France,” cioè caduto in guerra). In primo piano, il ritratto dello scrittore; sullo sfondo, un elmetto forato (allusione alla ferita in guerra), alcuni libri (“Alcools” e “Calligrammes”), una maschera africana (che richiama l’opera di critica d’arte “Sculptures d’Afrique et d’Océanie” – Sculture d’Africa e d’Oceania).


MAI

Le mai le joli mai en barque sur le Rhin
Des dames regardaient du haut de la montagne
Vous êtes si jolies mais la barque s’éloigne
Qui donc a fait pleurer les saules riverains?

Or des vergers fleuris se figeaient en arrière
Les pétales tombés des cerisiers de mai
Sont les ongles de celle que j’ai tant aimée
Les pétales flétris sont comme ses paupières

Sur le chemin du bord du fleuve lentement
Un ours un singe un chien menés par des tziganes
Suivaient une roulotte traînée par un âne
Tandis que s’éloignait dans les vignes rhénanes
Sur un fifre lointain un air de régiment

Le mai le joli mai a paré les ruines
De lierre de vigne vierge et de rosiers
Le vent du Rhin secoue sur le bord les osiers
Et les roseaux jaseurs et les fleurs nues des vignes

Guillaume Apollinaire

°°°°°

MAGGIO

Maggio il bel maggio in barca sul Reno
Signore guardavano dall’alto della montagna
Siete così belle ma la barca s’allontana
Chi mai ha fatto piangere i salici della riva

Ora frutteti fioriti si irrigidivano alle spalle
I petali caduti dai ciliegi di maggio
Sono le unghie di quella che ho tanto amato
I petali appassiti sono come le sue palpebre

Sul sentiero in riva al fiume lentamente
Un orso una scimmia un cane condotti da gitani
Seguivano un carrozzone trainato da un asino
Mentre s’allontanava nelle vigne renane
Su un piffero lontano un’aria da reggimento

Maggio il bel maggio ha adornato le rovine
D’edera di vigna verde e di roseti
Il vento del Reno agita sulla riva i vimini
E le canne ciarliere e i fiori nudi delle vigne

Guillaume Apollinaire, trad. Antonio De Salvo

°°°°°

MAJO

Majo rida majo sur Rejn’ en boato
Belaj sinjorinoj rigardis de monto
Tiome belas vi boato glitas for
Kial je l’salikoj venis tioma plor’

Senmoviĝis foren fruktarboj florantaj
Petaloj falintaj el la arboj majaj
De ŝi kiun amis mi jen estas ungoj
Petaloj velkintaj de ŝi la palpebroj

Malrapide sur voj’ paŝis laŭlonge river’
Urso hundo simi’ en ciganirantantar’
Azenotiritan ruldomon sekvantaj
Dum flue foriris en vitkampoj Rejn-aj
Surfifre luditaj arioj armeaj

Majo rida majo ornamis ruinojn
Per heder’ per rozuj’ per floroj abunde
Agitas vimenojn Rejn-a vent’ surborde
Parolemajn junkojn kaj vitflorojn nudajn

Guillaume Apollinaire, trad. Roland Platteau
(Wikipedia/ Vikipedio)

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