Personaggi

Michel de Montaigne

Il 13 settembre è l’anniversario della morte (nel 1592) del filosofo, scrittore e politico francese Michel Eyquem de Montaigne, conosciuto semplicemente come Michel de Montaigne (1533-1592)

it.wikipedia.org/wiki/Michel_de_Montaigne

famoso soprattutto per tre volumi di “Essais” (Saggi), contenenti le sue riflessioni filosofiche sull’animo umano e contro ogni dogmatismo, non importa sereligioso oppure legato alla presunzione del valore assoluto della ragione, con una visione stoica, scettica e relativistica che gli è valsa la messa all’Indice dei libri proibiti dalla Chiesa cattolica dal 1676 al 1966.

Dal giugno 1580 al novembre 1581 Montaigne viaggiò attraverso la Francia, la Svizzera, la Germania e l’Italia, dove scrisse il Journal de voyage en Italie” (Giornale di viaggio in Italia), pubblicato postumo nel 1774, parzialmente redatto in italiano (Montaigne conosceva perfettamente greco, latino e italiano; in particolare, leggeva nella lingua originale Plutarco, Seneca, Francesco Petrarca, Niccolò Machiavelli, Francesco Guicciardini, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso).

Rinvio alle pagine di Wikipedia, e trascrivo, con traduzione in italiano, il brano iniziale della trasmissione di Radio Roma-Esperanto del 25 luglio 1971, dedicata ai visitatori famosi dell’Italia nei secoli passati; trascrivo anche tre citazioni da Montaigne, in francese, in italiano, e nella versione in Esperanto apparsa su alcune riviste.

Allego il francobollo francese del 1943, su bozzetto di Gabriel-Antoine Barlanguecon, per il 350° anniversario della morte di Montaigne.


Segue traduzione in italiano

 

RADIO ROMA – ESPERANTO, 25.7.1971

FAMAJ VIZITINTOJ DE ITALUJO DUM PASINTAJ JARCENTOJ

 

La unua eksterlandano, kiu venis serĉi ion en Italujo, estis, kiel konate, Eneo, fuĝinte el Trojo. Sed ni ne serĉos la kialojn, kiuj puŝis ĉi tien amasojn da invadistoj kaj liberigantoj, poetoj, reĝoj, pentristoj, aventuristoj, pastroj, komercistoj. Ne multe interesas nin tiuj kialoj, ĝenerale tute hazardaj; kontraŭe, ni parolas pri tiu sezono de la eŭropa kulturo, dum kiu vojaĝo al Italujo fariĝis unika spirita aventuro, morala devo por ĉiu homo havanta sentemon kaj bonguston.

Temas pri tiu epoko de vojaĝantaj artistoj kaj verkistoj, kies plej perfekta reprezentanto estas la arkeologo Johann Joachim Winckelmann; epoko, dum kiu naskiĝas la sento de Italujo konsiderata kiel “la vera patrolando”, inspiranta superajn anim-statojn.

Certe, ankaŭ pli frue ol 1750-a oni veturis al Italujo, sed nur pro deziro de erudicio, por vidi surloke la klasikajn monumentojn, kiujn oni jam konis el la libroj. Ekzemple, apartenas al tiu kategorio de erudiciuloj Michel de Montaigne, kiu lasis al ni detalajn kaj inteligentajn priskribojn de sagaca observanto, sed kies vojaĝrakonto limiĝas, esence, al longa aro da anekdotoj pri la politika kaj aristokrata vivo, kun intervalo de longaj listoj de viditaj antikvaĵoj, tute ŝablone prijuĝitaj. Nur pli poste vekiĝis tiu sentemo, kiu alvokas personajn spertojn, kaj igas vojaĝon parto de propra vivo, kiu renovigas, pliriĉigas, pliintensigas ekziston.

 

°°°°°

 

RADIO ROMA – ESPERANTO, 25.7.1971

FAMOSI VISITATORI D’ITALIA NEI SECOLI PASSATI

Il primo forestiero che venne a cercare qualcosa in Italia fu, com’è noto, Enea, profugo da Troia. Ma noi non cercheremo i motivi che hanno spinto qui folle di invasori e liberatori, poeti, re, pittori, avventurieri, sacerdoti, commercianti. Non ci interessano molto quei motivi, in genere del tutto casuali; invece, parliamo di quella stagione della cultura europea in cui il viaggio in Italia diventò un’avventura spirituale unica, un dovere morale per chiunque avesse sensibilità e buon gusto.

Si tratta di quell’epoca di artisti e scrittori viaggiatori, il cui perfetto rappresentante è l’archeologo Johann Joachim Winckelmann; un’epoca in cui nasce il sentimento di un’Italia considerata come “la vera patria”, che ispira sublimi stati d’animo.

Certo, anche prima del 1750 si viaggiava in Italia, ma solo per desiderio di erudizione, per vedere sul posto i monumenti classici che già si conoscevano dai libri. Ad esempio, appartiene a questa categoria di eruditi Michel de Montaigne, che ci ha lasciato dettagliate e intelligenti descrizioni di un sagace osservatore, ma il cui racconto di viaggio si limita, in sostanza, a una lunga serie di aneddoti sulla vita politica e aristocratica, con l’intervallo di lunghi elenchi di antichità viste, giudicate in modo del tutto stereotipato. Solo in seguito si destò quella sensibilità che invoca esperienze personali, che rende il viaggio parte della propria vita, che rinnova, arricchisce, intensifica l’esistenza.

°°°°°

La vieillesse nous attache plus de rides en l’esprit qu’au visage (Montaigne, Essais, III, 29)

La vecchiaia ci fa più rughe nello spirito che sul viso.

Maljunaĝo faras pli da faltoj en la spirito ol sur la vizaĝo (“Espero Katolika” 1985-6)

www.esperokatolika.org/ek19811985/ek1985_06.htm#9

 

°°°°°

La vraie liberté est pouvoir toute chose sur soi (Montaigne, Essais, III, 12).

La vera libertà è avere il pieno dominio di se stessi.

Vera libereco estas tuta regpovo super si mem (“Espero Katolika” 1991-2/3)

www.esperokatolika.org/ek19911995/ek1991_0203.htm#15

 

°°°°°

Il n’est pas un homme de bien qui, s’il mettait à l’épreuve des lois toutes ses actions et pensées, n’eût merité d’être pendu dix fois au cours de sa vie (Montaigne, “Essais”, III, 141)

Non c’è un uomo perbene che, se mettesse alla prova delle leggi tutte le sue azioni e tutti i suoi pensieri, non avrebbe meritato di essere impiccato dieci volte nel corso della sua vita.

Ankaŭ la plej honesta homo, precize esplorinte laŭ la leĝoj siajn agojn kaj pensojn, trovos, ke li en sia vivo minimume dekfoje meritis esti pendigata (“Literatura Mondo” 1932-6, p. 133)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *