Personaggi

Edmondo De Amicis

L’11 marzo è l’anniversario della morte (nel 1908) dello scrittore, giornalista, poeta, educatore e linguista italiano Edmondo De Amicis (1846-1908)
it.wikipedia.org/wiki/Edmondo_De_Amicis
eo.wikipedia.org/wiki/Edmondo_De_Amicis
​Ho già avuto occasione di parlarne, per aspetti particolari; come scrittore (soprattutto per il suo capolavoro, il libro “Cuore”):

Cavour

Giuseppe Garibaldi


e come giornalista:

Caracalla


​Ne riparlerò certamente chi sa quante altre volte, perché si tratta di una personalità complessa, di cui sono disponibili molti documenti (in un certo senso, perfino troppi).
​Oggi mi limito a trascrivere (accompagnandolo con la traduzione in italiano) il suo necrologio in Esperanto apparso su “La Revuo” 1907-1908, II, p. 432, firmato dalla boema (all’epoca, cittadina austriaca) Rosa Junck
www.tea1906.altervista.org/alterpages/files/C-TEA-BultenoMajo-Junio2015.pdf
​che era in amicizia con Edmondo De Amicis, per vari motivi:
​- De Amicis, che era nato a Oneglia (oggi Imperia) ma viveva a Torino, era solito tornare ogni anno sulla riviera ligure, passando uno dei mesi invernali a Bordighera, dove allora c’era una pionieristica attività esperantista, grazie appunto a Rosa Junck (nata Bílková) e all’inglese Clarence Bicknell (di cui parlerò in altra occasione)
www.clarencebicknell.com/it/
www.clarencebicknell.com/eo/
www.cumpagniadiventemigliusi.it/vecchiosito/Biografie_fondatori/Bicknell.htm
it.wikipedia.org/wiki/Clarence_Bicknell
eo.wikipedia.org/wiki/Clarence_Bicknell
​- a partire dal 1889, De Amicis abbandonò l’atteggiamento nazionalistico riscontrabile nel libro “Cuore” (del 1886), e si avvicinò al socialismo umanitario di Filippo Turati, il quale simpatizzava per l’Esperanto

Filippo Turati


​- di conseguenza, De Amicis guardava con simpatia agli ideali umanitari dell’Esperanto.
​Riguardo al necrologio, devo però dare alcuni chiarimenti, per una sua migliore comprensione:
– Edmondo De Amicis morì all’improvviso, per un’emorragia cerebrale, mentre soggiornava a Bordighera in albergo;
– il libro “Cuore” fu tradotto in Esperanto molti anni dopo, non da Rosa Junck, ma da Ettore Fasce (Antonio Paolet, San Vito al Tagliamento 1935);
– Rosa Junck parla di “amore evangelico”, ma a De Amicis si attribuisce piuttosto indifferenza religiosa (nel libro “Cuore”, gli alunni neppure festeggiano il Natale, omissione inconcepibile per l’epoca);
– De Amicis ebbe una serie di sventure familiari;
– fu sepolto a Torino, per cui evidentemente ci fu un corteo funebre da Bordighera;
– suscita molte domande la menzione di una “Bandiera Esperantista”; vorrei tanto sapere se si trattava di una vera bandiera, oppure di una pubblicazione con quel titolo, ma probabilmente la mia curiosità rimarrà inappagata.
Allego:
– il francobollo italiano del 2008 per il primo centenario della morte di Edmondo De Amicis, su disegno di Anna Maria Maresca;
– i due annulli postali speciali, utilizzati per l’occasione a Imperia e Bordighera;
– la pubblicità del libro “Cuore” in Esperanto, dalla terza pagina di copertina del numero 1936-2 di “Literatura Mondo”.


EDMONDO DE AMICIS
La glora verkisto itala mortis la 11 de Marto en Bordighera, kie li pasigis ĉiujare unu monaton dum la vintro. La Flago Esperanta estis la unua, kiu malĝoje anoncis la subitan, neatenditan foriron de sia amiko; de la amiko de ĉiu nobla, filantropa ideo. Li, kiu kantadis dum kvardek jaroj la bonecon de l’ animo, li, kiu instruadis per ĉiu libro, ĉiu rakonto, ne sole la junularon, la infanaron, sed ankaŭ la popolon, la homaron, Li ne estas plu.
Edmondo de Amicis naskiĝis en Oneglia (Ligurio) la 31 Oktobro 1846; liaj verkoj «Cuore» (Koro), «Vita Militare» (militista vivo), «Idioma Gentile» (la bela lingvo) restos perloj konataj kaj ŝatataj en la tuta mondo, ĉar ili estas tradukitaj en ĉiujn lingvojn, eĉ en la japanan.
«Cuore’on» ni havos ankaŭ en Esperanto, ĉar Edmondo de Amicis donis al mi la permeson traduki ĝin. La «Reĝon de koroj», la «Koron de koroj» oni metis en la teron, sed liaj verkoj vivos en ni, lia vorto de evangelia amo, bonfarado, edukado, de kulturado de l’ homa koro ne mortos.
Li predikis amon, kaj ni amis lin, kaj pro la amo al li, ni amos aliajn; lian ekzemplon ni volas imiti, ĉar li montris al ni per sia vivo, per sia boneco, ke la idealoj de liaj verkoj ne estis eltrovitaj, sed, ke ili vere ekzistas en lia tuta estaĵo.
Jes, ni amis Vin, konsolanto de malgajaj animoj, terure trafita de malfeliĉo familia; – nian amon ni montris, kondukante Vin triumfe al Via lasta lito elektita de Vi en Via kara, amata Torino. Dormu kaj ripozu sub niaj floroj, kaj larmoj, ĝis kiam – laŭ Via opinio – ni revidos unu la alian ne plu mortemaj, sed por esti unuigitaj eterne.
Kara, neforgesebla amiko de ĉiuj bonaj koroj – Ĝis revido!
ROSA JUNCK.
(“La Revuo” 1907-1908, II, p.432)

(Traduzione):

EDMONDO DE AMICIS
Il glorioso scrittore italiano è morto l’11 marzo a Bordighera, dove passava ogni anno un mese durante l’inverno. La Bandiera Esperantista è stata la prima ad annunciare l’improvvisa, inattesa dipartita del suo amico; dell’amico di ogni idea nobile, filantropica. Lui, che ha cantato per quarant’anni la bontà d’animo, Lui, che ha insegnato con ogni libro, ogni racconto, non solo alla gioventù, all’infanzia, ma anche al popolo, all’umanità, non è più.
Edmondo de Amicis era nato a Oneglia (Liguria) il 31 ottobre 1846; le sue opere «Cuore», «Vita Militare», «Idioma Gentile», rimarranno conosciute e apprezzate in tutto il mondo, perché sono tradotte in tutte le lingue, perfino in giapponese.
«Cuore» lo avremo anche in Esperanto, perché Edmondo de Amicis mi ha dato il permesso di tradurlo. Il «Re dei cuori», il «Cuore dei cuori» è stato messo nella terra, ma le sue opere vivranno in noi, la sua parola di amore evangelico, beneficenza, educazione, di cultura del cuore umano, non morirà.
Ha predicato amore, e noi l’abbiamo amato, e per amore a lui, ameremo altri; vogliamo imitare il suo esempio, perché ci ha mostrato, con la sua vita, la sua bontà, che gli ideali delle sue opere non erano inventati, ma che essi erano davvero presenti in tutto il suo essere.
Sì, Ti abbiamo amato, consolatore di anime tristi, terribilmente colpito da tragedia familiare – abbiamo dimostrato il nostro animo portandoti in trionfo al tuo ultimo letto, da te scelto nella tua cara, amata Torino. Dormi e riposa sotto i nostri fiori e le lacrime, fino a quando – come Tu credi – ci rivedremo non più mortali, ma per essere uniti in eterno.
Caro, indimenticabile amico di tutti i cuori buoni – Arrivederci!
ROSA JUNCK.
(“La Revuo” 1907-1908, II, p.432)

 

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