Personaggi

Cangrande della Scala

Il 9 marzo è l’anniversario della nascita (nel 1291) del condottiero italiano Can Francesco della Scala, detto Cane, o Can Grande, o Cangrande della Scala – in Esperanto, Kangrando de la Skalo (1291-1329)
it.wikipedia.org/wiki/Cangrande_I_della_Scala
eo.wikipedia.org/wiki/Cangrande_la_1-a_della_Scala
​il più noto esponente della dinastia veronese degli Scaligeri.
​La sua fama non deriva da imprese eroiche, ma dal fatto che ospitò e protesse generosamente Dante Alighieri, quando il poeta, esule da Firenze, vagava da una corte all’altra, sperimentando (come dice nel canto XVII del Paradiso, vv 58-60):

…come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.
it.wikisource.org/wiki/Divina_Commedia/Paradiso/Canto_XVII

…kiom salgustas pano
fremda, kaj kiel malagrablas iri
supren-malsupren laŭ ŝtuparoj fremdaj.
(trad. Giovanni Peterlongo)

…kiel gustas je amaro
la pano de fremdul’ kaj kiel duros
iro, deiro sur fremdul-ŝtuparo.
(trad. Enrico Dondi)

​Dante, grato per l’ospitalità, dedicò a Cangrande il “Paradiso”,

Angelo Branduardi


con una famosa lettera in latino (Epistula XIII)
www.classicitaliani.it/dante/cangran.htm
la.wikisource.org/wiki/Epistulae_(Dantes_Aligherius)#XIII.
​in cui si autodefinisce “Dantes Alagherii, Florentinus natione non moribus” (Dante Alighieri, Fiorentino di nascita, non di costumi).
​Inoltre, i versi 70-93 del canto XVII del Paradiso esaltano:

…la cortesia del gran Lombardo
che ‘n su la scala porta il santo uccello.

…l’ afablo de l’ Lombardo granda,
portanta sur ŝtuparo sanktan birdon.
(trad. Giovanni Peterlongo)

…la komplezeco de l’ grandul’ lombarda,
portanta sur ŝtupar’ la birdon dian.
(trad. Enrico Dondi)

Due chiarimenti:
1- Verona, la città di Cangrande, non è in Lombardia (la regione di Milano), ma in Veneto (la regione di Venezia); ma all’epoca di Dante gli abitanti dell’Italia settentrionale (tranne i romagnoli, che avevano una civiltà greco-bizantina: si pensi a Ravenna) erano chiamati indistintamente “Lombardi”, con riferimento agli antichi Longobardi. Di quest’uso resta traccia nella “rue des Lombards” di Parigi, e nella “Lombard Street” di Londra, due strade in cui si riunivano i banchieri, in gran parte italiani del nord. Per questo motivo, in inglese il “lombard loan” è ancora oggi l’anticipazione su pegno, e in Esperanto “lombardi” significa “impegnare, dare in pegno” (e, di conseguenza, “lombardejo” è il banco dei pegni o Monte di Pietà);
2- il “santo uccello” è l’aquila imperiale, di cui si fregiava Cangrande.

L’ammirazione di cui godeva Cangrande della Scala si ritrova nel “Decamerone” di Giovanni Boccaccio,

Johano Bokaĉo


la cui settima novella della prima giornata (“Bergamino, con una novella di Primasso e dello abate di Clignì, onestamente morde una avarizia nuova venuta in messer Can della Scala” – nella traduzione in Esperanto di Gaston Waringhien: “Bergameno, per novelo pri Primaso kaj la abato de KIunizo, honeste riproĉas nekutiman avarecon kiu trafis moŝton Kangrando de la Skalo”) inizia con queste parole:
“Sì come chiarissima fama quasi per tutto il mondo suona, messer Cane della Scala, al quale in assai cose fu favorevole la fortuna, fu uno de’ più notabili e de’ più magnifici signori che dallo imperadore Federigo secondo in qua si sapesse in Italia” (Kiel tre klara famo preskaŭ tra la tuta mondo kuras, sinjoro Kangrando de la Skalo, kiun en multaj aferoj favoris la sorto, estis unu el la plej eminentaj kaj malavaraj nobeloj, kiujn oni vidis en Italio de post la imperiestro Frederiko la Dua).
​Allego:
​- una cartolina postale italiana del 1980, con le immagini dell’Arena di Verona e del monumento equestre a Cangrande della Scala;
​- una vecchia cartolina illustrata (di quasi un secolo fa) con didascalia in Esperanto, che presenta l’arca (monumento funebre) degli Scaligeri (cioè, della famiglia della Scala); la cartolina è stata utilizzata nel 1974 per l’annullo postale speciale in occasione del 45° Congresso italiano di Esperanto

Gigliola Cinquetti


​- la copertina della versione in Esperanto del “Paradiso”, nella traduzione di Enrico Dondi (Fonto, Chapecó 2006);
​- la copertina della versione parziale in Esperanto del “Decamerone (prime tre giornate), trad. Gaston Waringhien e Perla Martinelli, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds 1995.

 

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