Personaggi

Kenzaburō Ōe

Il 31 gennaio è l’anniversario della nascita (nel 1935) dello scrittore giapponese Kenzaburō Ōe (scritto anche Kenzaburo Ooe)
it.wikipedia.org/wiki/Kenzabur%C5%8D_%C5%8Ce
eo.wikipedia.org/wiki/Oe_Kenzaburo
premio Nobel per la letteratura nel 1994 con questa motivazione:
“With poetic force creates an imagined world, where life and myth condense to form a disconcerting picture of the human predicament today” (Con forza poetica crea un mondo immaginario, in cui vita e mito si condensano per formare uno sconcertante ritratto dell’attuale condizione umana).
È considerato uno scrittore “scomodo”, per la sua opposizione al sistema politico e sociale giapponese, di cui critica (perfino nel discorso per il ritiro del premio Nobel) il silenzio sui crimini di guerra, l’etnocentrismo che rasenta la xenofobia, l’asserita chiusura mentale di molti connazionali.
Fortemente intriso di cultura occidentale (si ispira, in particolare, a Mark Twain
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/eo/2017/04/21/mark-twain/ ),
è rimasto una figura isolata lontana dal grosso pubblico, non solo per una visione pessimistica della realtà, ma anche per uno stile difficile, basato su immagini, ripetizioni, commistioni di generi.
Il romanzo che nel 1964 rese famoso Kenzaburō Ōe si intitola “Kojintekina taiken” (Una questione personale); esso trae spunto dalla sua esperienza di padre di un bambino affetto da malformazione congenita.
Nel 2002, lo scrittore esperantista ungherese Istvan Nemere
it.wikipedia.org/wiki/Istv%C3%A1n_Nemere
eo.wikipedia.org/wiki/Istv%C3%A1n_Nemere
ha pubblicato un libro in Esperanto, intitolato “Krias la silento” (Grida il silenzio),
recensione di Jorge Camacho in “Esperanto de UEA” 2005-10
esperanto.net/literaturo/uea/krisilentrec.html
​recensione di Vinko Ošlak in “Literatura Foiro”
esperanto.net/literaturo/lf/krisilentrec.html
​recensione di Anatolo Goncharov in “La Gazeto”
esperanto.net/literaturo/lg/krisilentrec.html
la cui prima parte è in stretta correlazione con il romanzo giapponese; anche il titolo del libro in Esperanto si rifà ad un altro romanzo di Kenzaburō Ōe del 1967, “Man’en gan’nen no futtobōru”, tradotto in inglese con il titolo “The Silent Cry” (Il grido silenzioso), e in italiano con il titolo “Il grido silenzioso”
Di una novella di Kenzaburō Ōe del 1957, “Shisha no ogori” (in italiano, “I morti sono un lusso”), esiste la traduzione in Esperanto, di Sibayama Zyun’iti, con il titolo “La lukso de la mortintoj”, in “Japana Postmilita Antologio” (Antologia giapponese del dopoguerra), 1988.
Secondo quanto pubblicato in “Esperanto de UEA” 1995-2, p. 37, un personaggio dei romanzi di Kenzaburō Ōe “fervore lernis Esperanton, estante mezlernejano” (“imparò ferventemente l’Esperanto, quando era studente di scuola media).
​Allego:
​- un ritratto di Kenzaburō Ōe:
​- p. 37 di “Esperanto de UEA” 1995-2.

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