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Trovatore

Il 19 gennaio è l’anniversario della prima rappresentazione (nel 1853) dell’opera lirica “Il Trovatore”

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su musica di Giuseppe Verdi

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Il libretto è tratto dal dramma “El Trovador” di Antonio García Gutiérrez

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e fondamentalmente è opera di Salvadore Cammarano

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il quale però morì improvvisamente subito dopo il completamento della trascrizione. Verdi, che desiderava alcune modifiche, le commissionò a Leone Emanuele Bardare, dando precise istruzioni (tra l’altro, fu abbreviato il finale).

Fin dalla prima rappresentazione l’opera ebbe grande successo, che continua tuttora.

Trascrivo il testo dell’aria “Tacea la notte placida”, in italiano e nella versione in Esperanto (Silente regis nokta pac’) di Luigi Minnaja, ed allego un ritratto di Giuseppe Verdi.


IL TROVATORE

Versi di Salvatore Cammarano,

musica di Giuseppe Verdi

Tacea la notte placida

e bella in ciel sereno

la luna il viso argenteo

mostrava lieto e pieno…

Quando suonar per l’aere,

infino allor sì muto,

dolci s’udiro e flebili

gli accordi d’un liuto,

e versi melanconici

un Trovator cantò.

Versi di prece ed umile

qual d’uom che prega Iddio

in quella ripeteasi

un nome… il nome mio!…

Corsi al veron sollecita…

Egli era! egli era desso!…

Gioia provai che agli angeli

Solo è provar concesso!…

Al core, al guardo estatico

La terra un ciel sembrò.

Obliarlo! Ah! tu parlasti

detto, che intender l’alma non sa.

Di tale amor, che dirsi

mal può dalla parola,

d’amor che intendo io sola,

il cor il cor il cor s’inebriò.

Il mio destino compiersi

non può che a lui dappresso…

S’io non vivrò per esso,

per esso, per esso,

per esso morirò!

S’io non vivrò per esso,

per esso io morirò,

ah sì, per esso morirò,

per esso morirò, morirò.

LA TROBADORO (Il Trovatore)

Versoj de Salvatore Cammarano,

muziko de Giuseppe Verdi

trad. Luigi Minnaja

www.cinquantini.it/esperant/kantoj/operaj.html#LA%20TROBADORO

Silente regis nokta pac’

kaj en ĉiel’ serena

l’ arĝenta gaje brila lun’

montriĝis ronde plena;

dum tra l’ kristala atmosfer’

ĝis tiam tute muta

dolxcaj aŭdiĝis, kvazaŭ ĝem’,

agordoj de liuto,

versaĵon dolorplenan, ha,

ekkantis trobadoro,

ekkantis trobador’;

versojn de preĝo humila de

person’ preĝanta Dion,

en kiu ripetadis sin

jen nomo, jen nomo mia!…

Tuje balkonen kuris mi…

Kaj ĝuste, ĝuste li estis!…

Ĝojon mi sentis, kiun nur

senti l ‘anĝeloj povas!…

Al kor’ kaj vid’ la tero

tiam ŝajnis la ĉiel,

ja ŝajnis la ĉiel’!

Lin forgesi! Ha vi parolis

vortojn nekomprenatajn de l’ kor’.

Per am’, pri kiu diri

ne povas la parolo,

sopiro de mi sola,

la kor’, la kor’, la kor’ ekzaltis sin.

Mia destin’ plenumi sin

ne povas de li fore…

Sed mi por li ne vivos,

ha por li, ha por li, ha por li mortos mi!

Kaj se mi por li ne vivos, ha mortos mi por li…

Ha jes! Ha mortos mi por li!

Ha mortos mi por li!

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