Personaggi

Antonio Salandra

Il 13 agosto ricorre la nascita (nel 1853) del giurista e politico italiano Antonio Salandra (1853-1931)
it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Salandra
il quale, Presidente del Consiglio dei ministri dal 21 marzo 1914 al 18 giugno 1916, traghettò l’Italia dalla neutralità all’intervento (il 24 maggio 1915) nella prima guerra mondiale, a fianco della Triplice Intesa (Triple Entente: Gran Bretagna, Francia e Russia), anziché della Triplice Alleanza (Germania, Austria-Ungheria ed Italia).
Trascrivo un articolo de “L’Esperanto” 1915-12 (pagg. 134-135), ed allego la copertina dell’opuscolo di 12 pagine, edito in 2.000 copie e distribuito gratis dal Comitato esperantista padovano “Por Italujo per Esperanto”, con la traduzione in Esperanto del discorso interventista di Salandra del 2 giugno 1915 a Roma in Campidoglio (edizione italiana con il titolo “La nostra guerra è santa”), in risposta alle accuse austriache di “tradimento”. Da notare che alla traduzione prese parte il giovanissimo Bruno Migliorini
it.wikipedia.org/wiki/Bruno_Migliorini
che, essendo nato il 19 novembre 1896, all’epoca non aveva ancora 19 anni.
​L’opuscolo comprende questi paragrafi:
Nia milito estas sankta – La malamika kolero – La ago de kriminala frenezeco – Novaj dokumentoj – Nenia promeso de Aŭstrio – Kie estas la perfido? – Aŭstrio kontraŭ la konkiro de Libio – La minacoj de 1911a – La malfruaj cedaĵoj – Kaj la rifuzoj – Vasaleco ne – La insultoj de la kanceliero – Eraroj de Bülow – La sankta fajro.
(Traduzione: La nostra guerra è santa – La rabbia nemica – l’atto di criminale follia – Nuovi documenti – Nessuna promessa dall’Austria – Dove sta il tradimento? – L’Austria contro la conquista della Libia – Le minace del 1911 – Le concessioni tardive – Ed i rifiuti – No al vassallaggio – Gli insulti del cancelliere – Gli errori di Bülow – Il sacro fuoco).
L’immagine che qui viene presentata riproduce l’esemplare conservato presso la Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna, proveniente dalla Bulgaria (che nel giugno 1915 era ancora neutrale).
Allego inoltre:
– un manifestino austriaco in lingua italiana (diffuso a Trieste) di propaganda anti-italiana: il discorso di Salandra intendeva confutare le irridenti accuse austriache;
– l’immagine di uno dei francobolli italiani emessi nel 1968 per il 50° anniversario della Vittoria nella prima guerra mondiale; il bollettino ufficiale delle Poste Italiane lo descrive così: “La vignetta del valore da L. 20 simboleggia la trasformazione del cittadino in combattente attraverso la mobilitazione, l’arruolamento e l’avvio verso il fronte: il cittadino, ubbidendo al richiamo che la Patria gli fa per mezzo del manifesto con il proclama, lascia la casa e la famiglia e s’incammina verso le Alpi indicate dalla stilizzazione dello Stelvio, delle Tofane e del Monte Nero” (nota redazionale: in tedesco, lo Stelvio si chiama Stilfs; in sloveno, il Monte Nero si chiama Krn).


(L’Esperanto” 1915-12, p.134-135)

Per la traduzione del discorso dell’On. Salandra, che costituisce il testo della «broŝuro unua» si prestarono i Sigg. Rag. L. Castelli e Rag. A. Partesotti di Padova e il Sig. Bruno Migliorini di Venezia, mentre altro esperantista ha compiuto la revisione generale del manoscritto. La “Tipografica” di S. Vito al Tagliamento del Sig. Paolet curò con particolare premura e disinteresse l’ottima riuscita della stampa.
Delle 2000 copie furono spedite all’estero 1716 (100 in Francia a mezzo del “Comitato por Francujo per Esperanto” col quale il Comitato Italiano si mantenne sempre in cordiali rapporti, le altre distribuite in tutte le nazioni del mondo neutrali ed alleate utilizzando a ciò gl’indirizzi dell’Jarlibro dell’U.E.A.) e in Italia 228, rimanendone così 36 in deposito presso il Comitato. Totale 2000. Di alcune copie fu fatto omaggio all’On. Salandra, che a mezzo dell’Ill.mo Sig. Prefetto di Padova, significò al Comitato il proprio gradimento.
Si interessarono anche e fecero interessare della cosa alcuni importanti giornali italiani ed esteri, mentre altri volenterosi Esperantisti fondarono in alcune città d’Italia dei sottocomitati allo scopo di aiutarci moralmente e finanziariamente.
Tra i fascicoli spediti all’estero soltanto 5 ritornarono (2 dalla Svizzera, 1 dalla Norvegia, 1 dalla Spagna, 1 dagli Stati Uniti) per morte o cambiamento d’indirizzo, e solo uno fra questi per espresso rifiuto della destinataria. Di fronte a tale atto stanno molte e molte lettere, che da ogni parte del mondo ci giunsero, mostranti simpatia per la nostra causa ed esprimentici il loro interesse, richiedendo informazioni su quello che abbiamo fatto, invitandoci a nuove pubblicazioni ed assicurandoci che la nostra traduzione in Esperanto dava a conoscere il vero spirito del discorso Salandra molto meglio che le traduzioni nazionali pubblicate nei varii quotidiani.
A coloro che ci domandarono: «Che farete ora: Quali intenzioni avete?» rispondiamo: Visto l’ottimo successo della nostra prima pubblicazione, siamo più che mai vogliosi di dare alle stampe nuovi fascicoli (di alcuni abbiamo già pronta la traduzione), ma non essendo l’opera nostra sovvenuta dal Governo ed avendo per ora esauriti i fondi raccolti, dobbiamo attendere nuove contribuzioni. E in queste la nostra speranza, sicuri che gl’Italiani anche non Esperantisti, ora che hanno avuto agio di vedere l’importanza della nostra azione, sorreggeranno secondo le proprie forze un’opera altamente patriottica, e non permetteranno, come ci scriveva il Sig. O. Haller dalla Svizzera, che «i neutrali abbiano a meravigliarsi che, mentre altri stati belligeranti, danno ragione a tutto il mondo del loro operato col mezzo semplicissimo dell’Esperanto, l’Italia se ne stia silenziosa.»
IL COMITATO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *