Personaggi

Pietro Metastasio

 

Il 12 aprile ricorre la morte (nel 1782) del poeta e drammaturgo romano Pietro Trapassi (1698-1782), conosciuto con lo pseudonimo Pietro Metastasio, che traduce in geco, nobilitandolo, il cognome Trapassi
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Abile verseggiatore, autore di numerosi melodrammi di successo, trascorse presso la Corte imperiale di Vienna gran parte della sua vita, ed a Vienna morì, ed è sepolto nella Italienische Nationalkirche Maria Schnee (cioè, chiesa nazionale italiana Maria della neve), nota con il nome Minoritenkirche (chiesa dei Minoriti).
Peraltro, Metastasio non trascurò la lingua italiana, tanto che nel 1768 fu nominato Accademico della Crusca, e grazie a lui la sua allieva arciduchessa Maria Antonietta, futura regina di Francia, che non conosceva bene né il tedesco né il francese, parlava invece un ottimo italiano.
A Roma gli è stato eretto nel 1886 un monumento marmoreo (probabilmente ignoto agli stessi romani), opera di Emilio Gallori, in origine a piazza San Silvestro, e dal 1910 in piazza della Chiesa Nuova (l’aggettivo “Nuova” non deve trarre in inganno: la chiesa è del 1577, ma quando fu costruita era effettivamente “nuova” rispetto ad un’altra vecchia precedente; e d’altra parte a Roma i concetti “nuovo” e “vecchio” sono molto relativi).
Trascrivo alcuni versi, in italiano e in Esperanto (tra cui quelli che sono probabilmente i primi versi italiani tradotti in Esperanto, nel 1890), ed allego:
– la copertina della prima grammatica italiana di Esperanto (Daniele Marignoni, 1890);
– l’immagine del monumento a Metastasio;
– il francobollo emesso dalle Poste Italiane nel 1983 per il quarto centenario della fondazione dell’Accademia della Crusca (detta così perché ha il compito di passare al setaccio la lingua italiana), con il relativo annullo.


Se a ciascun l’interno affanno
si leggesse in fronte scritto,
quanti mai, che invidia fanno,
ci farebbero pietà!

Pietro Metastasio

Se ĉia interna sufero
estus skribita sur la frunto
la plejmulto el ni
vekus kompaton anstataŭ envi’

Metastasio, trad. Daniele Marignoni
(el “La scintilla”; Venezia, 18.5.1890)

Se zorgon interna el ĉia
frunt’ legi vi povus, kunfrato,
kiel ofte la sento envia
tiam cedus al kora kompato!

Pietro Metastasio, trad. Antoni Grabowski
(el “La liro de la esperantistoj” 1893)

Se zorgo interna skribite
sur fruntoj legiĝus, kunfrato,
tre ofte envio subite
for-cedus al kora kompato.

Pietro Metastasio, trad. Antoni Grabowski
(el “Parnaso de popoloj”, 1913)

Chi vive amante sai che delira,
spesso si lagna, sempre sospira
né d’altro parla che di morir.

Pietro Metastasio

Vi scias: ofte amanto deliras,
daŭre lamentas kaj ĉiam sopiras,
ĉeftemo lia estas nur mort’.

Pietro Metastasio, trad. Aldo de’ Giorgi
(el “La Kancerkliniko” 71/1994)

È la fede degli amanti
come l’araba fenice:
che vi sia, ciascun lo dice;
dove sia, nessun lo sa.

Se tu sai dov’ha ricetto,
dove muore e torna in vita,
me l’addita e ti prometto
di serbar la fedeltà.

Pietro Metastasio
(da “Demetrio”)

La fidelo de l’ amantoj
la fenikson ja similas:
pri l’ ekzist’ ĉiu babilas,
pri la lok’, neniu sci’.

Se vi scias kie nestas,
mortas ĝi, reekas spiri,
volu diri – mi atestas,
ke l’ fidelon tenos mi.

(el “Demetrio”)
Pietro Metastasio, trad. Enrico Dondi
(el “Tra itala poezio”)

Sogna il guerrier le schiere,
le selve il cacciator;
e sogna il pescator
le reti e l’amo.

Sopito in dolce obblio,
sogno pur io così
colei, che tutto il dì
sospiro e chiamo.

(da “Artaserse”)
Pietro Metastasio

Soldat’ pri rotoj sonĝas,
ĉasisto pri arbar’,
pri reto kaj pri mar’
fiŝisto same.

Tiel mi ankaŭ sonĝas
en dolĉa mem-forges’
ŝin, kiun mi sen ĉes’
alvokas ame.

(el “Artaserkso”)
Pietro Metastasio, trad. Enrico Dondi
(el “Tra itala poezio”)

Pria di lasciar la sponda,
il buon nocchiero imìta;
vedi se in calma è l’onda,
guarda se chiaro è il dì.

Voce dal sen fuggita
poi richiamar non vale;
non si trattien lo strale
quando dall’arco uscì.

(da “Clitemnestra”)
Pietro Metastasio

Antaŭ l’ forlas’ havena,
kiel pilot’ prudenta,
vidu ĉu mar’ serena,
gvatu ĉu hela tag’.

Voĉo de l’ sin’ fuĝinta
tute ne plu rehaltas,
post ol de l’ ark’ eksaltas,
ne deteneblas sag’.

(el “Klitemnestra”)
Pietro Metastasio, trad. Enrico Dondi
(el “Tra itala poezio”)

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