Personaggi

Francesco de Gregori

Il 4 aprile ricorre la nascita (nel 1951) del cantautore romano Francesco De Gregori
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Cinque sue canzoni sono state tradotte in Esperanto:
– Generale (Generalo), trad. Francesco Pignatelli e Giuseppe Castelli;
– Le storie di ieri (Mia patro jen ulo normala), trad. Renato Corsetti;
– Rimmel, trad. Giuseppe Castelli;
– Rumore di niente (Rumor’ de nenio), trad. Giorgio Silfer;
– Pablo, trad. Renato Corsetti.
Trascrivo il testo in italiano di “Rumore di niente”

che tocca sul vivo gli esperantisti, per quella domanda iniziale: “L’avevi creduto davvero/ che avremmo parlato Esperanto?”.
In realtà, il ragionamento è molto più profondo, perché l’Esperanto è citato come esempio di speranza in un mondo migliore, in cui sia possibile parlare di amore, malgrado un triste presente in cui rinascono vecchi fantasmi di violenza e di guerra; il richiamo specifico è al nazismo (il “vecchio serpente”, che può tornare fresco “appena uscito da un uovo”) e ad Hitler (l’imbianchino che può tornare “vestito di nuovo”); ma la canzone ha un valore universale.
Allego le pagine di “Literatura Foiro” 1993-143, con la versione in Esperanto di “Rumore di niente” – Rumor’ de nenio (trad. Giorgio Silfer).
Antonio De Salvo


RUMORE DI NIENTE
Francesco De Gregori

L’avevi creduto davvero
che avremmo parlato Esperanto?
L’avevi creduto davvero
o l’avevi sperato soltanto?
Ma che tempo
e che elettricità
Ma che tempo che è
e che tempo che sarà
ma che tempo farà?
Non lo senti che tuona?
Non lo senti che tuona già?
Non lo senti che suona?
È lontano però sembra già più vicina
questa musica che abbiamo sentito già
babbo c’è un assassino non lo fare bussare
babbo c’è un indovino non lo fare parlare
babbo c’è un imbianchino vestito di nuovo
c’è la pelle di un vecchio serpente
appena uscita da un uovo
e c’è un forte rumore di niente
un forte rumore di niente.

L’avevi creduto davvero
che avremmo parlato d’amore?
Lo avevi creduto davvero
o l’avevi soltanto sperato col cuore?
Gli occhi oggi gridano agli occhi
e le bocche stanno a guardare
e le orecchie non vedono niente
tra Babele e il Villaggio Globale
babbo c’è un assassino non lo fare bussare
babbo c’è un indovino non lo fare parlare
babbo c’è un imbianchino vestito di nuovo
c’è la pelle di un vecchio serpente
appena uscita da un uovo
e c’è un forte rumore di niente
un forte rumore di niente.

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