Personaggi

Giotto

Il 30 marzo 2017 la Repubblica di San Marino celebra con l’emissione di una moneta il 750° anniversario della nascita del pittore ed architetto toscano Giotto di Bondone, conosciuto semplicemente come Giotto, forse diminutivo di Ambrogio o Angiolo (1267-1337)

it.wikipedia.org/wiki/Giotto
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La moneta, in nichel e ottone, ha un valore nominale di 2 euro ed una tiratura di 70.500 pezzi; il dritto (su bozzetto di Luciana De Simoni) rappresenta un particolare del campanile del Duomo di Firenze (Santa Maria del Fiore) e un ritratto di Giotto.
Giotto è considerato uno dei maggiori pittori italiani (famosi, in particolare, i suoi affreschi nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi
it.wikipedia.org/wiki/Storie_di_san_Francesco
eo.wikipedia.org/wiki/Historioj_de_Sankta_Francisko
e nella Cappella degli Scrovegni a Padova)
it.wikipedia.org/wiki/Cappella_degli_Scrovegni
www.cultorweb.com/Giotto/Gc3.html
ma fu anche valente architetto (suo è il campanile del Duomo di Firenze), e perfino poeta.
Sulla Cappella degli Scrovegni pubblicò un articolo la “Rivista Italiana di Esperanto” 1931-6, pagg 143-145, in occasione del 16° Congresso Italiano di Esperanto (Padova 1931); inoltre, di Giotto parlò Radio Roma nella trasmissione in Esperanto del 25 settembre 1937, nel sesto centenario della morte dell’artista.
Trascrivo i due articoli, ed allego:
– la moneta di San Marino;
– il francobollo emesso nel 2003 dalle Poste Italiane per celebrare la Cappella degli Scrovegni, ed il relativo annullo speciale;
– il campanile di Santa Maria del Fiore (Duomo di Firenze), da un’antica cartolina illustrata.


Nella storia della pittura italiana, la Cappella degli Scrovegni (Chiesa di S. Maria dell’Arena) segna un punto di partenza, in quanto contiene forse le migliori opere di Giotto (1266-1337), di quel pastore che costruì il ponte ed il passaggio fra Cimabue e Raffaello, che creò la transizione fra il primitivo stilicismo impressionistico e l’assoluta perfezione del disegno e del colore e tale, da rendere con la figura anche il sentimento e l’anima.
Giotto precorse, limitatamente ai tempi, Leonardo, in quanto s’interessò di tutta l’arte e della scienza in quanto rivoluzionò la tecnica fino allora seguita addolcendo le linee dei disegni, facendo muovere le figure, ingentilendo il colore, italianizzando tutto quello che fino allora era bizantino.
Fu un lavoratore superbo ed indefesso. Lavorò ad Assisi, nella chiesa superiore del Santo ove continuò e condusse a termine i lavori di Cimabue suo maestro; a Roma, ove la leggenda lo vuole essere stato prescelto per il suo famoso cerchio segnato a mano; a Napoli, sulla tomba di Re Roberto; a Ravenna, a Firenze, ecc.
E non fu solo pittore, perchè un campanile come quello da lui disegnato e parzialmente diretto a S. Maria del Fiore a Firenze, basterebbe per assicurare la gloria di qualsiasi architetto nell’eternità, rappresentando quell’opera un inno di grazia oltreché la sintesi di tutto il trecento.
E non fu solo pittore ed architetto, perché s’interessò di miniatura, di mosaici e perché infine, come pochi sanno, fu anche poeta gentile e chiaro scrittore.
Giotto “discepolo della natura” per dirla col Vasari, fu maestro ad una numerosa scuola di allievi, che se perfezionarono le prospettive e le figure a volte errate del maestro, non fecero che apprendere da lui la vitalità delle opere e la vivacità delle espressioni. A Padova, Giotto lavorò dal 1303 al 1305 e quindi nella pienezza assoluta delle sue possibilità d’artista. Se i lavori d’Assisi, possono, come da qualcuno viene affermato, essere stati suggeriti a Giotto dal suo grande amico Dante, del quale Giotto fu infinito ammiratore ed “il ritrasse” a Padova, il concetto costruttivo ed architettonico dantesco è nel sangue del pittore, che nei 38 pannelli e riquadri, nei lavori dello zoccolo, nel “Giudizio” e nei 10 medaglioni della volta, segna un continuo perfezionarsi nel tratto e nel colore, un aumentarsi negli effetti psicologici delle espressioni, un approfondirsi dei paesaggi, un tipizzarsi nelle figure.
“L’incontro di S. Anna con S. Gioacchino”, “ La strage degli Innocenti”, “Il bacio di Giuda”, “La Deposizione” e “La Resurrezione», sono opere d’ingegno e di cuore e tali da giustificare l’elogio che alla sua laboriosità ed alla sua gloria, fece il Boccaccio: “ebbe uno ingegno di tanta eccellenzia, che niuna cosa dà la natura, madre di tutte le cose et operatrice, che egli con lo stile o con penna o con pennello non dipingesse sì simile a quella, che non simile, anzi piuttosto dessa paresse.
Rivista Italiana di Esperanto 1931-6, p. 143-145


RADIO ROMA-Esperanto, 25.9.1937
Kelkajn dekojn da jaroj post la renaskiĝo de la skulptarto, la pentrarto komencis produkti siajn unuajn ĉefverkojn. En Romo, la potenca personeco de Pietro Cavallini estis eliĝinta de la tradicio de la mozaikistoj kaj de la freskistoj, pri kiuj ni jam parolis. En Florenco, Cimabue estis koniginta sian grandecon. En Siena, Duccio estis sekvanta la bizantian stilon, kiam sin montris la genio, kiu estis superregonta tutan Italujon: Giotto. Ĉiuj rekonis lian grandecon; oni lin alvokis ĉien de Napolo al Milano, por kompletigi siajn freskajn ciklojn. Granda nombro da tiuj ĉi freskoj estas perdita, sed restas ankoraŭ kelkaj el la plej belaj: en Assisi, parto de la dekoracio de la supra preĝejo kaj la volboj de la malsupra; en Florenco: kapeloj kaj pentraĵoj sur ligno; en Padovo, la kapelo de la “Arena”, kiu estas perfekte konservita. Giotto mortis en 1336.a, sed lia maniero superregis dum la tuta XIV jarc.

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