Personaggi

Salvatore Quasimodo

Il 20 agosto è l’anniversario della nascita (nel 1901) del poeta e traduttore italiano Salvatore Quasimodo (1901-1968),

it.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Quasimodo

Premio Nobel per la Letteratura nel 1959.

Ho già parlato di lui il 14 giugno 2018

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2018/06/14/salvatore-quasimodo/ 

e il 25 settembre 2019.

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2019/09/25/salvatore-quasimodo-2/ 

Sebbene siciliano (nato a Modica, dove il padre era capostazione, ma originario di Roccalumera, che oggi fa parte della città metropolitana di Messina, Sicilia nord-orientale), fu costretto dalle vicende della vita a trascorrere molti anni lontano dalla sua Terra, con una evocazione nostalgica di una identità perduta.

Oggi trascrivo la sua poesia “Vento a Tindari” (scritta quando prestava servizio come modesto disegnatore tecnico al Genio Civile di Reggio Calabria), sia per avvalorare il suo amore per la Sicilia, sia per tener fede al mio proposito di far conoscere le opere meno note, piuttosto che quelle banalmente famose.

Unisco la traduzione in Esperanto, dal volume di Carlo Minnaja “Pirandello kaj aliaj siciliaj aŭtoroj”(Pirandello e altri autori siciliani), 2012.

Per gli stranieri, è stato indispensabile chiarire che cosa è Tindari; ma credo che anche molti italiani possano trarre vantaggio da qualche notizia.

Tindari è una frazione del Comune di Patti, che oggi fa parte anch’esso della città metropolitana di Messina.

Tindari è famosa per tre cose:

– i suoi panorami mozzafiato;

– i resti dell’antica “Tyndaris”, fondata dai greci di Siracusa nel 396 a. C;

– un frequentato Santuario, che ospita una “Madonna Nera”.

Allego un francobollo italiano del 2006, su bozzetto di Cristina Bruscaglia, per il 50° anniversario della riapertura del Teatro greco di Tindari.


VENTO A TINDARI

Tindari, mite ti so

fra larghi colli pensile sull’acque

delle isole dolci del dio,

oggi m’assali

e ti chini in cuore.

Salgo vertici aerei precipizi,

assorto al vento dei pini,

e la brigata che lieve m’accompagna

s’allontana nell’aria,

onda di suoni e amore,

e tu mi prendi

da cui male mi trassi

e paure d’ombre e di silenzi,

rifugi di dolcezze un tempo assidue

e morte d’anima.

A te ignota è la terra

ove ogni giorno affondo

e segrete sillabe nutro:

altra luce ti sfoglia sopra i vetri

nella veste notturna,

e gioia non mia riposa

sul tuo grembo.

Aspro è l’esilio,

e la ricerca che chiudevo in te

d’armonia oggi si muta

in ansia precoce di morire;

e ogni amore è schermo alla tristezza,

tacito passo al buio

dove mi hai posto

amaro pane a rompere.

Tindari serena torna;

soave amico mi desta

che mi sporga nel cielo da una rupe

e io fingo timore a chi non sa

che vento profondo m’ha cercato.

Salvatore Quasimodo

°°°

VENTO EN TINDARI (*)

Tindari milda mi konas 

vin inter larĝaj montetoj ŝveba super l’ akvoj 

de l’ dolĉaj insuloj de l’ dio, 

hodiaŭ vi min alsturmas 

en mian koron kliniĝas. 

Mi supren al aeraj apikaĵoj, 

sorbita ĉe l’ vento de l’ pinoj 

kaj kunularo min akompananta 

leĝera en l’ aer’ fadiĝas, 

ond’ el sonoj kaj amo, 

kaj vi min kaptas, 

el vi mi mise min fortiris, 

kaj timoj de ombroj kaj silentoj, 

rifuĝ’ de dolĉoj iam asiduaj 

kaj morto de l’ animo.

Ne konas vi la grundon 

kie mi ĉiutage profundiĝas 

kaj sekretajn silabojn nutras: 

alia lum’ survitrevin folias 

en la vesto de l’ nokto, 

kaj ĝojo ne mia ripozas 

sur via sino.

Akras ekzilo,

kaj la traserĉo kiun mi enfermis 

en vi per harmonio nun ŝanĝiĝas 

en frutempan angoron pri la morto; 

kaj ĉiu am’ kontraŭ malgajo ŝirmas, 

silenta paŝ’ en mallumo 

kie vi min lokis 

amaran panon rompi. 

Tindari serena revenas; 

dolĉa amiko min vekas 

por min de roko al ĉiel’ elmeti 

kaj mi simulas timon al tiu ignoranta 

kiu vento profunda min serĉis. 

Elp.: ‘tindari; promontoro apud Messina, nordorienta Sicilio. 

Salvatore Quasimodo, trad. Carlo Minnaja

(el “Pirandello kaj aliaj siciliaj aŭtoroj”, 2012)

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