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Libro dei Morti

Sebbene in genere ignorata, l’antica letteratura egiziana possiede dei veri gioielli, di incredibile modernità.

Trascrivo, nelle traduzioni in italiano e in Esperanto, un brano di un dialogo tra un uomo stanco della vita e la sua anima (dal “Libro dei morti”).

L’uomo vorrebbe uccidersi, vedendo la morte come una liberazione; ma l’anima lo inviterà a sopportare le avversità, senza anticipare quella pace che presto o tardiarriverà da sé.

Immagine: la “pesatura” dell’anima, per poter accedere all’Aldilà.


STANCHEZZA DI VIVERE

 

La morte mi sta oggi davanti,

come se il malato stesse per guarire,

come se chi è caduto stesse per rialzarsi.

La morte mi sta oggi davanti,

come il profumo della mirra,

come sedere sotto una vela in un giorno senza vento.

La morte mi sta oggi davanti,

come il profumo dei fiori di loto,

come un banchetto in riva a un fiume.

La morte mi sta oggi davanti,

come un cammino sotto la pioggia,

come il ritorno di un uomo su una nave da guerra.

La morte mi sta oggi davanti,

come se desiderasse rivedere la sua casa l’uomo

che passò moltissimi anni in prigione.

 

(Trad. Antonio De Salvo, dalla versione in Esperanto)

 

°°°°°

 

VIVLACIĜO

 

La morto staras hodiaŭ antaŭ mi,

kvazaŭ la malsanulo estus resaniĝanta,

kvazaŭ la falinto estus releviĝanta.

La morto staras hodiaŭ antaŭ mi,

kvazaŭ odoro de la mirho,

kvazaŭ sidado sub velo dum tago senventa.

La morto staras hodiaŭ antaŭ mi,

kvazaŭ odoro de lotusfloroj,

kvazaŭ festeno ĉe rivera bordo.

La morto staras hodiaŭ antaŭ mi,

kvazaŭ vojo dum pluvado,

kvazaŭ reveno de l’ viro en ŝipo milita.

La morto staras hodiaŭ antaŭ mi,

kvazaŭ dezirus revidi sian hejmon la homo,

kiu multegajn jarojm travivis en malliberejo.

 

Trad. Arco, “Literatura Mondo” 1933-4, p. 54

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