Personaggi

Fred Buscaglione

Il 23 novembre è l’anniversario della nascita (nel 1921) del cantautore, musicista ed attore italiano (torinese) Ferdinando Buscaglione, conosciuto con il nome d’arte Fred Buscaglione (1921-1960).

it.wikipedia.org/wiki/Fred_Buscaglione 

Oltre che per la sua capacità di suonare diversi strumenti (contrabbasso, violino, pianoforte, tromba), divenne famoso per alcune canzoni dallo stile personalissimo,  che avevano a soggetto (in forma amabilmennte ironica) personaggi “duri”, peraltro in balìa delle donne, del fumo e dell’alcool: “Che bambola!”, “Teresa non sparare”, “Eri piccola così”, “Che notte”, “Whisky facile”; furono grandi successi, però, anche canzoni romantiche, ad esempio “Guarda che luna”, “Love in Portofino”; “Buonasera signorina”, “Carina”.

Anche nell’aspetto Fred Buscaglione volle somigliare ai gangster americani, come apparivano nei film (ad esempio, Clark Gable); si fece crescere i baffetti,  indossava un doppiopetto gessato e cappello a larghe falde, e spesso cantava in coppia con la moglie (l’artista maghrebina Fatima Ben Embarek, conosciuta con il nome d’arte di Fatima Robin’s), creando un’atmosfera da “bulli e pupe” della Chicago violenta degli anni venti.

Il successo di questo modo di fare musica, tutto sommato “originale” per quell’epoca, fu così grande, che ad un certo punto Fred Buscaglione fu presente dapperuttto: non solo nelle canzoni, ma anche nella pubblicità televisiva e nei film.

Per questo motivo, entrò nella simpatia del pubblico, e vi rimase anche quando morì prematuramente, a soli 39 anni, in un incidente stradale; dopo 60 anni, le sue interpretazioni continuano ad essere ascoltate, e molti cantanti le hanno nel proprio repertorio, e cercano di imitarlo.

Tre sue canzoni sono state tradotte in Esperanto: “Buonasera signorina”, “Eri piccola” e “Carina”; trascrivo, in italiano e in Esperanto, “Eri piccola così” (Tia etulin’).

Allego il francobollo emesso nel 1996 dalla Repubblica di San Marino, nella serie dedicata alla Storia della canzone italiana, per Fred Buscaglione e la canzone “Guarda che luna”.


ERI PICCOLA COSÌ

(Leo Chiosso, Fred Bongusto)

www.youtube.com/watch?v=B223J9d9NdQ

    T’ho veduta. T’ho seguita.

    T’ho fermata. T’ho baciata.

    Eri piccola, piccola, piccola, così!

    M’hai guardato. Hai taciuto.

    ho pensato: “Beh, son piaciuto”.

    Eri piccola, piccola, piccola, così!

    Poi, è nato il nostro folle amore,

    che, ripenso ancora con terrore.

    M’hai stregato. T’ho creduta.

    L’hai voluto. T’ho sposata.

    Eri piccola, piccola, piccola, sì, così!

    T’ho viziata, coccolata,

    pane, burro, marmellata.

    Ma eri piccola, piccola, piccola, così!

    E cretino sono stato,

    anche il gatto m’hai venduto.

    Ma eri piccola (eh già), piccola, piccola, così!

    Tu, fumavi mille sigarette.

    Io, facevo il grano col tresette.

    Poi un giorno m’hai piantato

    per un tipo spappolato.

    T’ho cercato, l’ho scovato,

    l’ho guardato, s’è squagliato.

    Quattro schiaffi t’ho servito,

    Tu mi hai detto: “Disgraziato!”.

    La pistola m’hai puntato, eh,

    ed un colpo m’hai sparato.

    Ah sì,

    Spara, (bang).

    e spara, (bang),

    e spara, (bang)

    khoff, khoff, khoff, khoff,

    E pensare che eri piccola,

    ma piccola, tanto piccola,

    così!

°°°°°

TIA ETULIN’

Leo Chiosso, Fred Buscaglione, trad. Giuseppe Castelli

www.cinquantini.it/esperant/kantoj/buscagli.html#TIA%20ETULIN%27

Mi vin vidis,

mi vin ĉasis,

mi vin prenis,

mi vin kisis:

tia etulin’,

etulin’,

etulin’

por mi.

Vi silentis,

dolĉ-okulis,

kaj mi pensis:

do, ŝi ekbrulis.

Tia etulin’,

etulin’,

etulin’

por mi.

Jen

ekestis nia am’ freneza:

ĝin

memori, kia ŝoko peza.

Mi ekkredis

je feliĉo.

Vi decidis:

geedziĝo.

Tia etulin’,

etulin’,

etulin’, jes,

por mi.

[instr.]

Vi ricevis

dorlotadon,

lakton, kafon,

marmeladon –

tia etulin’,

etulin’,

etulin’

por mi.

Vi postulis,

ĉiam plendis,

mian katon

eĉ forvendis…

Tia etulin’ (jes ja),

etulin’,

etulin’

por mi.

Vi

fumadis tro da cigaredoj

dum

mi gajnis monon per kartludoj.

Iun tagon

la forkuro

kun absurda

ia ulo:

mi vin serĉis, mi vin spuris,

li min timis, tuj forkuris,

mi vin kaptis per la kolo,

vi ekkriis “sentaŭgulo”,

ie prenis revolveron

kaj alcelis mian koron.

Ha, ĉu?

Nu, do, pafu!

Pafu!

Ja pafu!

Malgraŭ ke vi estis etulin’,

ja etulin’,

tia etulin’

por mi!

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