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Plebiscito

Sui “plebisciti” (le votazioni eccezionali in cui il popolo è chiamato ad esprimersi, con un “sì” o un “no”, su domande fondamentali sulla struttura dello Stato) gravano spesso dubbi di regolarità, soprattutto quando i risultati sono davvero “plebiscitari”, cioè quando la percentuale dei “sì” è altissima.

Cito tre esempi:

1- Nell’ottobre 1866, la popolazione del Friuli (come quella delle altre province “venete”) fu chiamata ad esprimersi, mediante plebiscito, per l’annessione al Regno d’Italia (il 24 luglio 1866 le truppe asburgiche si erano ritirate, a seguito degli eventi della Terza Guerra d’Indipendenza ed all’intervento diplomatico dell’Imperatore francese Napoleone III).

Il plebiscito ebbe luogo il 21 ottobre 1866; su 144.000 votanti, i “NO” in Friuli furono soltanto 36; non c’è da meravigliarsi, se si pensa che, secondo le cronache, ad esempio a Castions “i cittadini si recarono a votare in corteo, a bandiere spiegate, con il “SÌ” già stampato infilato sul cappello, deponendolo poi nell’urna”.

Qualcosa, però, deve essere andato storto nel piccolo paese di Coseano, visto che ben 25 dei 36 “No” furono espressi a Coseano; ecco perché, da allora, il paese viene chiamato “Cosean dal no”.

Allego il francobollo italiano del 1966, su bozzetto di Luigi Gasbarra, per il primo centenario dell’unione all’Italia delle province “venete” (compresa la provincia di Mantova, adesso in Lombardia, e quella di Udine, adesso in Friuli).

2. Il 2 ottobre 1870, a seguito della Breccia di Porta Pia del 20 settembre 1870, i romani furono chiamati a votare sulla seguente formula: “Desideriamo essere uniti al Regno d’Italia, sotto la monarchia costituzionale del re Vittorio Emanuele II e dei suoi successori”.

A Roma, i “NO furono soltanto 46.

Allego il francobollo italiano del 1970 per il centenario dell’unione di Roma all’Italia;

3. Quando Adolf Hitler salì al potere in Germania (1933), i nazisti austriaci incominciarono a pretendere l’unione dell’Austria alla Germania nazista. Il Governo austriaco tentò di resistere, ma il 12 marzo 1938 la Germania invase l’Austria, ed il giorno successivo (13 marzo 1938) ne fu proclamata l’annessione (in tedesco Anschluss); l’Austria divenne Ostmark (Marca Orientale) del Deutsches Reich (Regno Tedesco).

Per dare una parvenza di legalità all’annessione, fu indetto un plebiscito, che si svolse il 10 aprile 1938 in tutta la “Grande Germania”: votò “” il 99,93% in Austria ed il 99,60% in Germania. Questi risultati, statisticamente fuori dell’ordinario, furono la conseguenza di vari fattori; in particolare:

– non furono ammessi al voto gli ebrei, le persone di sangue misto e coloro che erano stati in carcere per motivi politici o razziali, in totale quasi l’8% del corpo elettorale;

– la scheda elettorale era un’incredibile raccolta di artifizi; tra l’altro, i cerchietti per l’espressione del voto erano di grandezza differente, al centro e molto più grande quello del “”, più piccolo e in un angolo quello del “no”; anche di grandezze differenti erano le scritte “Ja” (sì) e Nein (no);

– molti elettori sbarrarono pubblicamente la casella del “”, per non essere sospettati di aver votato contro il sistema.

 

 

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