Personaggi

Giuseppe Giacosa

Il primo settembre è l’anniversario della morte (nel 1906) del drammaturgo, scrittore e librettista italiano (piemontese) Giuseppe Giacosa (1847-1906)
autore di 25 opere teatrali, alcune delle quali ebbero a suo tempo grande successo (in particolare “Una partita a scacchi”, “Come le foglie” e “Tristi amori”).
Fu anche (insieme con Luigi Illica) librettista di tre opere di Giacomo Puccini:
“La bohème”, “Tosca” e “Madama Butterfly”; ne ho parlato (a proposito di “Tosca”) il 14 gennaio 2018.

Giacomo Puccini – Tosca


“Una partita a scacchi” (1871), definita “Leggenda drammatica in un atto”, malgrado la trama ingenua e il modesto livello poetico (o, forse, proprio per questi motivi) ha generato in italiano un modo di dire (di cui, tuttavia, pochi conoscono l’origine), che si sente ripetere quando uno guarda senza parlare; la protagonista femminile, la nobile Jolanda, domanda a quello maschile, il paggio Fernando, che la sta guardando fisso in silenzio:
– Che hai, paggio Fernando? mi affisi e non favelli?
(nel linguaggio corrente di oggi, si dice: “Perché mi guardi e non favelli?”, dato che il verbo “affisare” è ormai arcaico; “favellare” appartiene ad un registro linguistico elevato, ma è ancora compreso),
e Fernando risponde:
– Io ti guardo negli occhi, che sono tanto belli.
E questa è la risposta evasiva che si dà, quando ci si vuole cavare d’impaccio.
“Una partita a scacchi” è stata tradotta in Esperanto dai fratelli P. e R. Padulli (Antonio Paolet, San Vito al Tagliamento 1921).
eo.wikisource.org/wiki/%C5%9Cakludado
Allego:
– la copertina della edizione in Esperanto di “Una partita a scacchi” (ristampa del 1957);
– la cartolina maximum formata con il francobollo italiano del 1981, su bozzetto di Antonio Ciaburro, per la tradizionale “Partita a scacchi vivente” nella cittadina veneta di Marostica (Vicenza).
Trascrivo, con traduzione in italiano, parte del necrologio di Giuseppe Giacosa apparso sulla rivista in Esperanto “La Revuo” 1906-1907, I, p. 144.


(segue traduzione in italiano)

En sia kampdomo apud Ivrea, mortis unu el la plej famaj verkistoj de tiu ĉi epoko en Italujo, Giuseppe Giacosa. Ŝanceliĝinte inter belaj noveloj kaj literaturaj skizoj, li bone sukcesis en la verkado de tragedioj; sed lia ĉefverko restas la komedio “Tristi amori” (Malĝojaj amoj), per kiu li eniris la nuntempan literaturmanieron, kiun ekaperigis en Italujon la verkistoj Verga kaj Praga. Giacosa volis ankaŭ enkonduki la nordan dramon, ne per tradukaĵoj, sed per originalaj verkoj, inter kiuj “Come le foglie” (Kiel la arbfolioj) alportis al li grandegan triumfon. Lian morton bedaŭris la tuta literaraturistaro, kiu faris al la estimata verkisto solenan enterigon.
“La Revuo” 1906-1907, I, p. 144
°°°°°
(traduzione):
Nella sua casa di campagna nei pressi di Ivrea, è morto uno dei più famosi scrittori di quest’epoca in Italia, Giuseppe Giacosa. Dopo aver oscillato tra belle novelle e bozzetti letterari, ebbe un buon successo nella scrittura di tragedie; ma il suo capolavoro rimane la commedia “Tristi amori”, con la quale fece ingresso nell’attuale tendenza letteraria di cui sono iniziatori in Italia gli scrittori Verga e Praga. Giacosa volle anche introdurre il dramma nordico, non mediante traduzioni, ma con opere originali, tra cui “Come le foglie” gli arrecò un enorme trionfo. La sua morte è dispiaciuta a tutti i letterati, che hanno fatto allo stimato scrittore un solenne funerale.
“La Revuo” 1906-1907, I, p. 144

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