Personaggi

Traiano

L’8 agosto è l’anniversario della morte (nel 117 d. C.) dell’Imperatore romano Marcus Ulpius Traianus, in italiano Marco Ulpio Traiano o semplicemente Traiano (53-117 d. C.),
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primo Imperatore di origine “straniera” (o quanto meno non italiana: era nato in Spagna, vicino Siviglia, nell’odierna Andalusia), rimasto nella memoria collettiva come uomo onesto, generoso, coraggioso, capace, attento amministratore, grande costruttore.
Traiano riuscì in un’impresa difficilissima, ancor più difficile delle vittorie militari (che, comunque, lo portarono a dare all’Impero la sua massima estensione): succedette senza contrasti all’Imperatore Nerva che lo aveva adottato; fu rispettato dal Senato (che gli concesse il titolo onorifico di “Optimus”, il Migliore); fu benvoluto dal popolo (per la generosità nella distribuzioni di denaro e generi alimentari, per gli splendidi spettacoli e per i magnifici monumenti che abbellirono Roma, in particolare il “Foro Traiano”); fu sostenuto dai provinciali per le sue origini ispaniche; fu amato dai legionari per il suo valore militare (si deve a Traiano l’acquisizione della Dacia, l’odierna Romania); fu apprezzato dagli intellettuali per la sua cultura stoica. Per questi motivi, sebbene la legge proibisse di seppellire i morti entro le mura di Roma (ragion per cui sorsero i sepolcri lungo le vie consolari, ad esempio la via Appia), le sue ceneri, raccolte in un’urna d’oro, furono deposte in cima alla Colonna Traiana (e proprio l’urna d’oro fu quella che lo rovinò, perché fu portata via dai Visigoti di Alarico nel Sacco di Roma del 410).
Traiano è ricordato come persona giusta, che non abusò mai del potere per i propri interessi, e che eliminò tutte le manifestazioni esteriori di servile ossequio (ad esempio, il baciamano): insomma, uno che ci vorrebbe anche oggi.
Le sue eccellenti qualità (poste in risalto da Plinio il Giovane, autore di un “Panegyricus” in suo onore) fecero passare in secondo piano alcune debolezze, di cui parla lo storico Cassio Dione (intratteneva rapporti omosessuali, ed era spesso ubriaco).
La sua fama di ottimo principe durò a lungo, tanto che nei secoli successivi gli Imperatori neo-eletti erano acclamati al grido augurale “Felicior Augusto, melior Traiano!”, cioè “possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano!” (non sembra che ciò sia mai avvenuto).
Dante Alighieri, nella “Divina Commedia”, colloca Traiano in Paradiso (canto XX, vv. 43-48, 106-117), tra i cinque spiriti “giusti e pii”, in base a una leggenda medioevale secondo la quale la quale Dio, accondiscendendo alle preghiere di San Gregorio (che intercedette per la salvezza di Traiano, per l’umanità da lui mostrata verso una vedova), avrebbe richiamato in vita l’Imperatore pagano per il breve tempo necessario perché credesse in Cristo e si salvasse. La leggenda è stata più volte presentata nella letteratura (ad esempio, nel “Novellino”)

Novellino


e nell’arte (in Germania e nei Paesi Bassi, nei secoli XV de XVI la si raffigurava nelle aule di tribunale, quale modello di giustizia):

Dei cinque che mi fan cerchio per ciglio,
colui che più al becco mi s’accosta,
45 la vedovella consolò del figlio:

ora conosce quanto caro costa
non seguir Cristo, per l’esperienza
48 di questa dolce vita e de l’opposta.

°°°°°

Ché l’una de lo ‘nferno, u’ non si riede
già mai a buon voler, tornò a l’ossa;
108 e ciò di viva spene fu mercede:

di viva spene, che mise la possa
ne’ prieghi fatti a Dio per suscitarla,
111 sì che potesse sua voglia esser mossa.

L’anima gloriosa onde si parla,
tornata ne la carne, in che fu poco,
114 credette in lui che potea aiutarla;

e credendo s’accese in tanto foco
di vero amor, ch’a la morte seconda
117 fu degna di venire a questo gioco.

Allego:
– un’antica incisione di Marco Sadeler (1614-1680), con la Colonna Traiana a Roma;
– una cartolina postale romena del 1975, con un particolare della Colonna Traiana (truppe romane in marcia), riprodotto dal calco conservato a Bucarest (Museo di Storia della Romania).

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