Personaggi

Giuseppe Ungaretti

Il primo giugno è l’anniversario della morte (nel 1970) del poeta, scrittore, traduttore e professore italiano Giuseppe Ungaretti (1888-1970)
it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Ungaretti
Ho già parlato di lui l’1 giugno 2018.

Giuseppe Ungaretti


Oggi presento – in italiano, con traduzione in Esperanto – la testimonianza di Carlo Minnaja (da “L’Esperanto in Italia – Alla ricerca della democrazia linguistica”, Padova, Il Poligrafo, 2007, p. 124-126) sull’atteggiamento ostinatamente preconcetto e negativo di Ungaretti, in occasione della sessione dell’assemblea dell’UNESCO di Montevideo (Uruguay) del 1954, a proposito dell’Esperanto, da lui ritenuto in maniera apodittica inadatto ad esprimere valori artistici (chi sa che cosa direbbe oggi, se tornasse in vita, di fronte alle numerose versioni di sue poesie, compresa l’intera raccolta “Vita d’un Uomo”).
Come è noto, l’Assemblea dell’UNESCO alla fine (il 10 dicembre 1954) approvò una Risoluzione a favore dell’Esperanto:
eo.wikipedia.org/wiki/Rezolucio_de_Montevideo
en.wikipedia.org/wiki/Montevideo_Resolution
>La Conferenza Generale,
>dopo aver discusso il Rapporto del Direttore Generale sulla Petizione Internazionale a favore dell’Esperanto,
>(1) prende nota dei risultati raggiunti mediante l’Esperanto nel campo degli scambi intellettuali internazionali e per l’avvicinamento dei popoli del mondo;
>(2) riconosce che tali risultati corrispondono alle finalità e agli ideali dell’UNESCO;
>(3) autorizza il Direttore Generale a seguire lo sviluppo dell’uso dell’Esperanto nella scienza, nell’educazione e nella cultura e a collaborare a tal fine con l’Associazione Universale di Esperanto (UEA) [> 8] nelle materie concernenti ambedue le organizzazioni;
>(4) prende nota del fatto che parecchi Stati Membri hanno dato notizia di essere disposti a introdurre o ad ampliare l’insegnamento dell’Esperanto nelle proprie scuole primarie, secondarie o superiori, e invita questi Stati Membri a tenere informato il Direttore Generale circa i risultati conseguiti in tale campo

Allego una cartolina dell’Esposizione Universale di Esperanto, che ebbe luogo a Montevideo nel 1954, in preparazione alla Sessione dell’Assemblea dell’UNESCO.


SEKVAS TRADUKO AL ESPERANTO

Chi partecipò come osservatore da parte dell’Associazione Mondiale di Esperanto, il prof. Ivo Lapenna, ebbe centinaia di contatti con i membri delle varie delegazioni riportando, generalmente, impressioni tutt’altro che positive.
In tali colloqui si inserisce il contatto con Ungaretti, membro della delegazione italiana, che Lapenna nella sua relazione definisce “il nostro nemico più accanito”. Il problema era trovare una delegazione nazionale che proponesse una mozione in risposta alla petizione consegnata ormai quattro anni prima. Le varie delegazioni nazionali si rifiutarono una dopo l’altra; quella italiana ebbe una risposta interlocutoria, in quanto vi erano pareri discordi (da quanto si poté desumere, poi, Ungaretti era nettamente contrario, Veronese era fortemente favorevole).
In una lettera del 5 dicembre 1954 Lapenna scrive che la gran parte dei delegati non sono competenti e non conoscono neanche quali sono i compiti e le prerogative dell’UNESCO. La cosa non è sorprendente: per molti Stati, specie quelli ex-coloniali, anche la semplice partecipazione ad una assise mondiale era una novità a cui i delegati non erano preparati. Lapenna cosi continua: Per confondere del tutto questi ignoranti alcuni delegati, nostri acerrimi nemici, hanno agito in tutti i modi contro di noi. Due volte sono stati distribuiti dei prospetti sull’Interlingua nei quali si scrive che l’Esperanto è imperfetto e che Interlingua è la vera soluzione. Tra i delegati i peggiori nemici sono il prof. Nielsen, il prof. Blinkenberg (danesi), il prof. Sommerfelt, il prof. Ungaretti (italiano), Bernard Barbey e Bourgeois (svizzeri). Tre di loro sono professori di lingue e prendono in giro l’esperanto in tutti i modi, dicendo che è terribilmente imperfetto, brutto, primitivo ecc. Naturalmente io contesto le loro asserzioni, ma loro sono signori delegati e io un povero osservatore.”
Le motivazioni di Ungaretti erano le solite: una lingua artificiale è brutta per antonomasia e non può esprimere valori artistici. Il rifiuto di arrendersi all’evidenza e di riconoscere che molti scrittori avevano già creato valori artistici era una posizione simile a quella di Gramsci, nonostante il grande divario ideologico tra le due personalità. Nelle votazioni Ungaretti non era presente (si votava per nazione, per cui bastava che fosse presente un delegato per ogni paese), e nella prima votazione in Commissione, che rifiutò di occuparsi del problema linguistico, l’Italia si astenne. Nel plenum della settimana successiva la mozione fu approvata con 30 voti favorevoli, 5 contrari e 17 astenuti; alcuni paesi non votarono. Poiché si votava per alzata di mano e ci furono pochissime dichiarazioni di voto, non è rimasta traccia di come hanno votato i singoli delegati, e il loro voto è ricostruibile solo in base a quali mani alzate poté vedere al momento |’osservatore dell’UEA; una prima relazione sui risultati di quel pomeriggio non dava notizie sul voto dell’Italia, una relazione successiva, probabilmente più documentata, riferiva che aveva votato a favore. Che il voto di uno Stato fosse il risultato di una posizione concordata all’interno della delegazione è tuttavia dubbio: in altre votazioni il voto di un paese cambiava a seconda di quale rappresentante era in quel momento presente. Forse Ungaretti non c’era, o forse la sua posizione era risultata minoritaria in una discussione all’interno della delegazione italiana, ammesso che tale discussione ci fosse stata.
In seguito a quell’episodio, Ungaretti fu contattato dopo una presentazione di sue poesie all’Università di Roma; Luigi Minnaja era diventato caporedattore delle trasmissioni esperanto di Radio Roma nel 1956 ed aveva istituito una rubrica letteraria fissa nella quale inseriva traduzioni di autori italiani. Egli, alla fine della presentazione, chiese al poeta il permesso di tradurre alcune sue poesie in esperanto. Ungaretti sorrise in modo un po’ canzonatorio e disse: “Faccia pure; non le capirò”. Poesie di Ungaretti in esperanto furono recitate per la prima volta alla radio il 3 febbraio 1959; appariranno a stampa molto più tardi.
L’intera vicenda dell’Ottava Sessione dell’Assemblea dell’UNESCO fu raccontata dal Lapenna in diverse lettere alla segreteria dell”UEA, che poi furono condensate in circolari estremamente riservate. Un’ampia relazione apparve venti anni dopo in “Esperanto en Perspektivo” (L’Esperanto in prospettiva), Rotterdam, UEA, 1974, pp. 760-792. Tuttavia i giudizi sulla posizione di Ungaretti e sulla sua azione non comparvero neanche lì e furono pubblicati soltanto nel 2001. Si veda C. MINNAJA, Konscio, racio kaj emocio: de Parizo al Montevideo (Coscienza, razionalità ed emozione: da Parigi a Montevideo), in “Memore al Ivo Lapenna” (Saggi in memoria di Ivo Lapenna), Danimarca, 2001, pp. 69 ss.

*****

(Traduko ADS)

Kiu partoprenis kiel observanto flanke de Universala Esperanto-Asocio, prof. Ivo Lapenna, havis centojn da kontaktoj kun la membroj de la diversaj delegacioj, ricevante, ĝenerale, tute ne pozitivajn impresojn.
En tiajn interparolojn enŝoviĝas la kontakto kun Ungaretti, membro de la itala delegacio, kiun Lapenna en sia raporto difinas “nia plej akra malamiko”. La problemo estis tiu, trovi nacian delegacion, kiu proponu mocion responde al la peticio transdonita jam kvar jarojn pli frue. La diversaj naciaj delegacioj rifuzis unu post la alia; tiu itala donis nur interparolan respondon, ĉar estis malsamaj opinioj (laŭ tio, kion oni povis dedukti poste, Ungaretti estis nete kontraŭa, Veronese estis tre favora).
En letero de la 5-a de decembro 1954 Lapenna skribas, ke la plimulto el la delegitoj estas nekompetentaj, kaj eĉ ne konas, kiuj estas la taskoj kaj la prerogativoj de UNESKO. La afero ne estas surpriza, por multaj Ŝtatoj, precipe tiuj eks-koloniaj, ankaŭ la simpla partopreno en monda kunveno esti novaĵo, al kiu la delegitoj ne estis pretaj. Lapenna tiel daŭrigas: Por tute konfuzi ĉi tiujn malklerulojn, kelkaj delegitoj, niaj akregaj malamikoj, agis ĉiamaniere kontraŭ ni. Dufoje estis disdonitaj prospektoj pri Interlingua, en kiuj oni skribas, ke Esperanto estas neperfekta, kaj ke Interlingua estas la vera solvo. Inter la delegitoj la plej malbonaj malamikoj estas prof. Nielsen, prof. Blinkenberg (danoj), prof. Sommerfelt, prof. Ungaretti (italo), Bernard Barbey kaj Bourgeois (svisoj). Tri el ili estas profesoroj pri lingvoj kaj mokas esperanton ĉiamaniere, dirante, ke ĝi estas terure neperfekta, malbela, primitiva ktp. Nature mi kontestas iliajn asertojn, sed ili estas sinjoroj delegitoj kaj mi kompatinda observanto”.
La motivigoj de Ungaretti estis tiuj kutimaj: artefarita lingvo estas malbela en si mem kaj ne povas esprimi artajn valorojn. La rifuzo cedi antaŭ la evidenteco kaj rekoni, ke multaj verkistoj jam kreis artajn valorojn, estis starpunkto simila al tiu de Gramsci, malgraŭ la granda ideologia distanco inter la du personoj.
En la voĉdonoj Ungaretti ne ĉeestis (oni voĉdonis laŭ nacioj, do sufiĉis la ĉeesto de po unu delegito por ĉiu lando), kaj en la unua voĉdono en Komisiono, kiu rifuzis okupiĝi pri la lingva problemo, Italio sindetenis. En la plena kunsido de la posta semajno la mocio estis aprobita per 30 favoraj voĉoj, 5 kontraŭaj kaj 17 sindetenoj; kelkaj landoj ne voĉdonis. Ĉar oni voĉdonis per manlevo kaj estis malmultegaj voĉdeklaroj, ne restis postsigno pri kiel voĉdonis la unuopaj delegitoj, kaj ilia voĉo estas rekonstruebla nur surbaze de kiom da levitaj manoj la observanto de UEA povis vidi en tiu momento; unua raporto pri la rezultoj de tiu posttagmezo ne donis sciigojn pri la voĉo de Italio, sed posta raporto, probable pli dokumentita, sciigis, ke gi voĉdonis favore. Tamen estas dube, ke la pozicio de iu Ŝtato estis la rezulto de pozicio interkonsentita ene de la delegacio: en aliaj voĉdonoj la voĉo de iu lando ŝanĝiĝis laŭ la reprezentanto ĉeestanta en tiu momento. Eble Ungaretti ne ĉeestis, aŭ eble lia starpunkto estis rezultinta minoritata dum diskuto interne de la itala delegacio, allasite, ke tia diskuto okazis.
Sekve de tiu epizodo, Ungaretti estis kontaktita post prezento de liaj poeziaĵoj ĉe la Universitato de Romo; Luigi Minnaja estis fariĝinta ĉefredaktoro de la elsendoj en esperanto de Radio Roma en 1956, kaj estis stariginta konstantan literaturan rubrikon, en kiun li enmetis tradukojn de italaj aŭtoroj. Li, fine de la prezento, petis de la poeto la permeson traduki kelkajn liajn poeziaĵojn al esperanto. Ungaretti ridetis en iom moka maniero, kaj diris: “Faccia pure; non le capirò” ( = faru laŭplaĉe, mi ne komprenos ilin). Poeziaĵoj de Ungaretti en esperanto estis deklamitaj unuafoje ĉe la radio la 3-an de februaro1959; ili aperos presforme tre pli poste.
La tuta travivaĵo de la Oka Sesio de la Asembleo de UNESKO estis rakontita de Lapenna en pluraj leteroj al la sekretariejo de UEA, kiuj poste estis resumitaj en tre rezervitaj ciurkuleroj. Ampkeksa raporto aperis dudek jarojn poste en “Esperanto en Perspektivo”, Rotterdam, UEA, 1974, p. 760-792. Tamen, la juĝoj pri la starpunkto de Ungaretti kaj pri lia agado aperis eĉ ne tie, kaj estis publikigitaj nur en 2001. Oni vidu C. MINNAJA, Konscio, racio kaj emocio: de Parizo al Montevideo, en “Memore al Ivo Lapenna”, Danlando, 2001, p. 69 ss.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *