Personaggi

Beda e il colosseo

Il 26 maggio è l’anniversario della morte (nel 735) del monaco benedettino e storico inglese Beda (673-735), conosciuto tradizionalmente come “Beda Venerabilis” in latino (“the Venerable Bede” in inglese, “Beda il Venerabile” o “il Venerabile Beda” in italiano), anche se formalmente solo il 13 novembre 1899 Papa Leone XIII decretò la festa liturgica di San Beda il Venerabile con il titolo di “Doctor Ecclesiae” (Dottore della Chiesa).
it.wikipedia.org/wiki/Beda_il_Venerabile
La sua festa liturgica è celebrata il 25 maggio in tutto il mondo, tranne che a Roma (dove si festeggia il 27 maggio) e nella Diocesi di Milano (dove si festeggia il 23 maggio); insomma, una bella confusione.
Beda occupa un posto importante nella storiografia, quale autore dell’opera in latino “Historia ecclesiastica gentis Anglorum” (Storia ecclesiastica del popolo degli Inglesi), in 5 libri, che in circa 400 pagine racconta la storia dell’Inghilterra (non solo dal punto di vista ecclesiastico, ma anche da quello politico), dal tempo di Giulio Cesare all’anno 731.
Scrisse anche su molti altri argomenti: traduzione ed esegesi biblica, grammatica, poesia, musica, scienze naturali (tra l’altro, intuì che “la Terra è rotonda come una palla”, e fu uno dei primi che adottò per la datazione il sistema di partire dal supposto anno di nascita di Cristo).

Dante Alighieri lo cita nella Divina Commedia (Paradiso, X, 130-132):

Vedi oltre fiammeggiar l’ardente spiro
d’Isidoro, di Beda e di Riccardo,
che a considerar fu più che viro.

Insomma, un personaggio eminente; in Italia, però, il Venerabile Beda è famoso soprattutto come supposto autore di una “profezia” in latino (in realtà, anteriore a Beda, e riferita non all’Anfiteatro, ma alla colossale statua di Nerone, non più esistente, che dette nome alla vicina costruzione) sulla fine di Roma e del mondo, legata alla fine del Colosseo:

«Quamdiu stabit Colyseus
stabit et Roma;
quando cadet Colyseus
cadet et Roma;
quando cadet Roma
cadet et mundus»

(«Fin quando rimarrà in piedi il Colosseo
rimarrà in piedi anche Roma;
quando cadrà il Colosseo
cadrà anche Roma;
quando cadrà Roma
cadrà anche il mondo»)

Una curiosità: il motto latino nello stemma di Papa Francesco, “Miserando atque eligendo”,
w2.vatican.va/content/francesco/it/elezione/stemma-papa-francesco.html
(guardando con sentimento di amore e scegliendo) è tratto da un passo delle Omelie di Beda il Venerabile (Om. 21; CCL 122, 149-151), a commento del Vangelo di Matteo 9, 9.
Trascrivo (in dialetto romanesco e nella traduzione in Esperanto) un sonetto del poeta dialettale Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863), ed allego un’antica veduta del Colosseo incisa da Marco Sadeler (1614-1660).


1621. RIFRESSIONE IMMORALE SUR CULISEO

St’arcate rotte c’oggi li pittori
viengheno a diseggnà co li pennelli,
tra l’arberetti, le croce, li fiori,
le farfalle e li canti de l’ucelli,

a tempo de l’antichi imperatori
ereno un fiteatro, indove quelli
curreveno a vedé li gradiatori
sfracassasse le coste e li cervelli.

Qua lòro se pijaveno piacere
de sentì l’urli de tanti cristiani
carpestati e sbramati da le fiere.

Allora tante stragge e tanto lutto,
e adesso tanta pace! Oh avventi umani!
Cos’è sto monno! Come cammia tutto!

Giuseppe Gioachino Belli

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MORALAJ PRIPENSOJ PRI LA KOLOSEO

Pentristoj venas nun per siaj farboj
penike fari bildojn de l’ arkaroj,
inter krucoj, floretoj, belaj arboj,
papilioj kaj kantoj de birdaroj,

Dum l’ imperi’ antikva la rigardoj
de la spektantoj iris al la faroj
de la luktistoj, kiuj per la armoj
al si frakasis cerbojn kaj ostarojn.

Oni ĉi tie gustumis je la festoj
la kriadon de tiom da kristanoj
tretataj kaj vorataj de la bestoj.

Tiam estis buĉad’ kaj sangebrio,
dum nune estas paco ĉe l’ Romanoj!
Daŭre ŝanĝiĝas en la mondo ĉio!

Giuseppe Gioachino Belli,
trad. Umberto Broccatelli

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