Personaggi

Heinrich Heine

Il 17 febbraio è l’anniversario della morte (nel 1856) del poeta tedesco di origine ebraica Harry Heine, conosciuto come Heinrich Heine (1797-1856) dal nome che assunse quando si convertì al luteranesimo.
it.wikipedia.org/wiki/Heinrich_Heine
Famoso per il suo stile da ballata popolare, di lui posso ripetere (con traduzione in italiano) quello che è scritto in “Esperanto de UEA” 1915-2, p. 51, nella recensione ad una delle prime raccolte di versioni in Esperanto di sue poesie:

Ø Henriko Heine, tiu stranga “amfibia” poeto, naskiĝis en Düsseldorf (1799), de judaj parencoj; li mortis luterano en Parizo (1856). Post 1830, li transhejmiĝis en Francujon kaj, per neordinara fenomeno, fariĝis, laŭ kutimoj kaj lingvaĵo, pli franca ol germana. Disĵetante epigramojn malavare kaj indiferente kontraŭ Francoj aŭ Germanoj, li famiĝis pro sia sprito kaj akiris en siaj ambaŭ patrolandoj multajn admirantojn, malmultajn amikojn. Li mortis paralizita kaj blinda.
>Ironio, sarkasmo, sed ankaŭ sprita humoro, molanimeco, amosento kaj profunda kompreno de la naturo, neelĉerpebla fonto de rezignacio, trankvilo kaj animpaco, jen la ĉefaj motivoj de liaj poeziaĵoj.

(Traduzione:
Ø Heinrich Heine, questo strano poeta “anfibio”, nacque a Düsseldorf (1799), da parenti ebrei; morì luterano a Parigi (1856). Dopo il 1830, si trasferì in Francia e, con un fenomeno straordinario, diventò, per costumi e linguaggio, più francese che tedesco. Spargendo epigrammi generosamente e indifferentemente contro francesi o tedeschi, diventò famoso per il suo spirito ed acquistò in entrambi i Paesi molti ammiratori, pochi amici. Morì paralitico e cieco.
>Ironia, sarcasmo, ma anche spiritoso humor, delicatezza d’animo, sentimento amoroso e profonda comprensione della natura, fonte inesauribile di rassegnazione, tranquillità e pace dell’anima, ecco i motivi principali delle sue poesie.

Heine è, probabilmente, il poeta più tradotto in Esperanto, fin dai primi anni di vita della nuova lingua, nata nel 1887; un lungo elenco (peraltro non completo), curato da Ralph Dumain, è qui:
autodidactproject.org/bib/heinebib-esp.html?fbclid=IwAR0QGQHh8QWTuZoI6f12vMJIgNY85b6r7z1kYScbOBN5AiCS-JVUrFmBezI
Trascrivo il “Canto di Loreley”, in tedesco, e nelle traduzioni in italiano e in Esperanto. Il testo tedesco è stato musicato da molti compositori; l’adattamento più famoso è quello di Ferenc Liszt:

(suona Vadim Chaimovich)
Allego il francobollo tedesco del 1997 per il secondo centenario della nascita di Heine; la didascalia, in francese, riproduce il testo autografo in calce al ritratto: “Eh bien, cet homme c’est moi! (Ebbene, quest’uomo sono io!).


DAS LIED DER LORELEY

Ich weiß nicht was soll es bedeuten,
Dass ich so traurig bin;
Ein Märchen aus alten Zeiten,
Das kommt mir nicht aus dem Sinn.

Die Luft ist kühl und es dunkelt,
Und ruhig fließt der Rhein;
Der Gipfel des Berges funkelt
Im Abendsonnenschein.

Die schönste Jungfrau sitzet
Dort oben wunderbar;
Ihr goldnes Geschmeide blitzet,
Sie kämmt ihr goldenes Haar.

Sie kämmt es mit goldenem Kamme
Und singt ein Lied dabei;
Das hat eine wundersame,
Gewaltige Melodei.

Den Schiffer im kleinen Schiffe
Ergreift es mit wildem Weh;
Er schaut nicht die Felsenriffe,
Er schaut nur hinauf in die Höh.

Ich glaube, die Wellen verschlingen
Am Ende Schiffer und Kahn;
Und das hat mit ihrem Singen
Die Loreley getan.

Heinrich Heine

°°°°°

IL CANTO DI LORELEY
www.viaggio-in-germania.de/lorelei.html

Io non so che voglia dire
che son triste, così triste.
Un racconto d’altri tempi
nella mia memoria insiste.

Fresca è l’aria e l’ombra cala,
scorre il Reno quetamente;
sopra il monte raggia il sole
declinando all’occidente.

La bellissima fanciulla
sta lassù, mostra il tesoro
dei suoi splendidi gioielli,
liscia i suoi capelli d’oro.

Mentre il pettine maneggia,
canta, e il canto ha una malia
strana e forte che si effonde
con la dolce melodia.

Soffre e piange il barcaiolo,
e non sa che mal l’opprima,
più non vede scogli e rive,
fissi gli occhi ha su la cima.

Alla fine l’onda inghiotte
barcaiolo e barca… Ed ahi!
Questo ha fatto col suo canto
la fanciulla Lorelei.

Heinrich Heine, trad. Diego Valeri

°°°°°
LORELEJ
www.esperanto.mv.ru/Kolekto/Lorelej.html

Ne scias mi, kial subita
malgaj’ en la koro naskiĝis;
el tempo jam enterigita
legendo al mi reviviĝis.

Jam malvarmetiĝas l’ aero,
la Rejno mallaŭte babilas,
per oro de l’sun’ en vespero
la supro de l’ monto rebrilas.

Plej belan knabinon mi vidas:
en ora ornamo brilante,
sur supro de l’ monto ŝi sidas,
la harojn mistere kombante.

La oran kombilon ŝi movas
kaj kantas tra l’ pura aero,
kaj forto mirinda sin trovas
en tiu ĉi kant’ de l’vespero.

Ŝipet’ iras sur la rivero,
ŝipisto ektremis de l’ kanto,
kaj blinda por ĉiu danĝero
rigardas li al la kantanto.

Ha, baldaŭ ŝipisto la bela
perdiĝis sub l’ akvoturnado;
ĝin Lorelej’ faris kruela,
per sia mirinda kantado.

Heinrich Heine, trad. L. L. Zamenhof

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