Personaggi

Cicerone

Il 3 gennaio è l’anniversario della nascita (nel 106 a. C.) dell’avvocato, oratore, scrittore, filosofo e politico romano Marcus Tullius Cicero (in italiano, Marco Tullio Cicerone)
it.wikipedia.org/wiki/Marco_Tullio_Cicerone
modello di eloquenza e di uso del latino.
Ho già parlato di lui un anno fa, il 3 gennaio 2017:

Marco Tullio Cicerone


Oggi mi limito a trascrivere (nell’originale latino, e nelle traduzioni in italiano e in Esperanto) l’inizio della prima delle sue quattro orazioni “In Catilinam” (Contro Catilina – Kontraŭ Katilino), sulla congiura ordita nel 63 a. C. da Lucius Sergius Catilina per rovesciare il potere del Senato romano
it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Sergio_Catilina
Allego l’immagine dell’affresco di Cesare Maccari (1840-1919) “La congiura di Catilina” (1880), nella sede del Senato italiano (Roma, Palazzo Madama).


Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? Nihilne te nocturnum praesidium Palati, nihil urbis vigiliae, nihil timor populi, nihil concursus bonorum omnium, nihil hic munitissimus habendi senatus locus, nihil horum ora voltusque moverunt? Patere tua consilia non sentis, constrictam iam horum omnium scientia teneri coniurationem tuam non vides?
Quid proxima, quid superiore nocte egeris, ubi fueris, quos convocaveris, quid consilii ceperis, quem nostrum ignorare arbitraris? O tempora, o mores! Senatus haec intellegit. Consul videt; hic tamen vivit. Vivit? Immo vero etiam in senatum venit, fit publici consilii particeps, notat et designat oculis ad caedem unum quemque nostrum. Nos autem fortes viri satis facere rei publicae videmur, si istius furorem ac tela vitemus. Ad mortem te, Catilina, duci iussu consulis iam pridem oportebat, in te conferri pestem, quam tu in nos omnes iam diu machinaris.
Marcus Tullius Cicero, In Catilinam I, 1-2

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1. Fino a quando ancora abuserai, o Catilina, della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora codesto tuo furore ci prenderà in giro? A quale limite si spingerà la tua sfrenata audacia? Non ti turbarono per nulla il presidio notturno del Palatino, per nulla le sentinelle della città, per nulla il timore del popolo, per nulla il concorso di tutte le persone perbene, per nulla questo munitissimo luogo per la seduta Senato, per nulla le bocche ed i volti di questi? Non ti accorgi che i tuoi piani sono palesi, non vedi che la tua congiura viene tenuta sotto controllo dalla conoscenza di tutti costoro? Credi forse che noi ignoriamo che cosa tu abbia fatto la notte scorsa, o in quella precedente, dove tu sia stato, chi tu abbia convocato, quali decisioni tu abbia preso?
2. Che tempi, che costumi! Il senato comprende queste cose. Il console le vede; costui tuttavia vive. Vive? Anzi, viene anche in Senato, diventa partecipe delle deliberazioni pubbliche, annota e designa con gli occhi ognuno di noi per la strage. Invece sembra che noi, uomini forti, facciamo abbastanza per lo Stato, se evitiamo il furore e le frecce di costui. A morte te, o Catilina, era opportuno che per ordine del console già prima fossi condotto, contro di te era opportuno che fosse portata quella rovina che tu da tempo vai macchinando contro tutti noi.
Marcus Tullius Cicero, In Catilinam I, 1-2 (trad. Antonio De Salvo)

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1. Ĝis kiu limo vi misuzos, Katilino, nian paciencon? Kiel longe tiu via frenezo ludos kun ni? Ĝis kiu fino sin montros senbrida via aŭdaco? Ĉu vin neniel la nokta gardostarado sur Palatino, neniel la enurbaj postenadoj, neniel la timo de l’ popolo, neniel la kunamasiĝo de ĉiuj bonaj homoj, neniel ĉi plej fortikigita ejo por senatkunsidi, – ĉu neniel vin emocias la vizaĝoj kaj la mienoj de ĉiuj ĉi tiuj? Ĉu vi ne sentas, ke klaras viaj planoj, ĉu vi ne vidas, ke maleblas via konspiro, ĉar ĉiuj ĉi jam scias pri ĝi? Kion, la pasintan, – ja kion, la antaŭan nokton vi faris, ja kie vi estis, kiujn vi kunvokis, kiujn decidojn vi prenis, – kiun el ni vi opinias senscia pri tio?
2. Ho epoko, ho moroj! La senato ĝin komprenas, la konsulo ĝin vidas; sed li tamen vivas! Vivas? Ja eĉ venas en la senaton, partoprenas en publikaj konsiliĝoj, perokule notas kaj indikas ĉiujn el ni por buĉado. Sed ni, ni fortikaj viroj, ni kredas fari nian devon al la Ŝtato, se lian frenezon kaj liajn armilojn ni scias eviti. Morten, Katilino, vi devus esti kondukita jam delonge, laŭ ordono de la konsulo, – vin devus esti trafinta la pereo, kiun vi planas jam longtempe kontraŭ ni ĉiuj.

Marcus Tullius Cicero (Marko Tullo Cicerono), In Catilinam (Kontraŭ Katilino) I, 1-2
Trad. Gerrit Berveling, “Antologio latina” I, p. 84 – Fonto, Chapecó, 1998

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