Personaggi

Luigi Giambene

Il 26 novembre è l’anniversario della nascita (nel 1866) del sacerdote cattolico (Monsignore) romano Luigi Giambene (1866-1944), pioniere dell’Esperanto a Roma, che ebbe un ruolo importante nei contatti con la Curia pontificia, ed in particolare con Papa Pio X (che lo chiamava confidenzialmente “Monsignor Esperanto”):
it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Giambene
Ho già parlato di lui, tra l’altro, il 21 agosto 2017

Pio X


e il 16 febbraio 2018:

Giosuè Carducci


Riporto, in fondo, il resoconto di una delle molteplici iniziative di Mons. Giambene.
Colgo l’occasione per presentare alcune curiosità.
1- Come ricorda Carlo Sarandrea nel suo documentatissimo saggio “Origini del movimento esperantista a Roma, 1905-1935”, Mons. Luigi Giambene
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fu per oltre mezzo secolo Arciprete della chiesa di Santa Maria in Montesanto in piazza del Popolo (*) (la cosiddetta “chiesa degli artisti”, così chiamata perché spesso vi vengono celebrati i funerali di personaggi dello spettacolo),
it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_Santa_Maria_in_Montesanto
il cui portone laterale in Via del Babuino 198 costituì l’indirizzo della rivista “Roma Esperantisto” (1908).
(*) Una notazione linguistica: sebbene pochi ne abbiano consapevolezza, ed anzi si gradisca riferire il nome al “popolo” – negli anni cinquanta, era quello il luogo delle manifestazioni per la festa dei lavoratori del primo maggio – non è affatto sicuro che la piazza si chiami così in relazione al “popolo”, anziché al “pioppo”, dato che in latino populus significa sia “popolo” che “pioppo”, e la “platea populi” era forse la “piazza del pioppo”.
2- Al numero 9 di via del Babuino, sulla sinistra, praticamente di fronte al numero 198, agli inizi del novecento vi era un lussuoso albergo, l’Hotel de Russie et des Iles Britanniques, di proprietà dei fratelli Checco e Luigi Silenzi, i quali (come segnala “Roma Esperantisto” nel numero di maggio 1908, pag. 45) mettevano a disposizione della clientela pubblicazioni in Esperanto.
L’edificio (tornato recentemente al primitivo splendore come albergo di gran lusso, con altro proprietario
www.roccofortehotels.com/it/hotels-and-resorts/hotel-de-russie/
ha subìto vicende singolari: durante la seconda guerra mondiale, fu requisito come sede dei servizi segreti militari; fu poi trasformato in uffici e destinato a sede della Direzione dei Programmi per l’estero della RAI, dove, per qualche tempo, l’Esperanto ritornò: vi si registravano infatti (tra il 1969 ed il 1993) le trasmissioni per l’estero, anche in Esperanto, prima del trasferimento nel nuovo centro di Saxa Rubra.
Allego:
– l’immagine (tratta dall’apposito bollettino filatelico) del francobollo italiano emesso il 21 marzo 2011 per celebrare il 150° anniversario dell’unità d’Italia, che presenta uno scorcio di piazza del Popolo a Roma, con le due chiese gemelle di Santa Maria in Montesanto, a sinistra, e Santa Maria dei Miracoli, a destra.
Sulla sinistra si apre via del Babuino, che ha ancora la numerazione “storica” che si usava nell’ottocento: mentre adesso in ogni strada si hanno i numeri pari da un lato e i corrispondenti numeri dispari dall’altro, un tempo la numerazione era continua, ed alla fine della strada si tornava indietro dall’altro lato, sicché il numero 198 (sulla destra) è praticamente di fronte al numero 9 (sulla sinistra);
– la copertina del bollettino “Roma Esperantisto” (1908), con l’indirizzo “via Babuino 198”;
– una cartolina d’epoca con l’Hotel de Russie;
– la tessera magnetica che utilizzavo per le registrazioni del programma in Esperanto di Radio Roma (tutte le trasmissioni radio per l’estero di Radio Roma, non solo quelle in Esperanto, cessarono dal primo ottobre 2007).


(Segue traduzione in italiano)

En “Espero katolika” 1906-31, p. 1-4, estas raporto pri la privata aŭdienco de Papo Pio la 10-a, la 2-an de junio 1906, al la esperantista monsinjoro Luigi Giambene, kiu prezentis al la Papo la tutan kolekton de “Espero katolika” ĝis tiam aperinta (1903-1906). Ĉeestis ankaŭ aliaj romaj esperantistoj.
En letero de la 2-a de junio 1906, Monsinjoro Giambene skribis:
«La Sankta Patro min tre afable ricevis hodiaŭ matene. Li legis laŭte (sed, kompreneble, malkorekte) la poemon de P-o Dombrovski, kiu estas en la unua numero (*), dirante ĉe ĉiu verso: Mi komprenas!».
(*) Noto: la poemo de P-o Aleksandro Dombrovski, presita sur la unua paĝo de la unua numero, havis la tilolon: Al Lia Plej Sankta Moŝto, Papo Pio X-a, kaj estis verkita okaze de l’ Elektiĝo de l’ Sankta Patro).
En tiu okazo, Mons. Giambene prezentis esperante skribitan peton de Beno por Peltier kaj la redaktoroj de EK. Ankaŭ ĝin la Papo legis laŭte, kaj poste diris: “Mi ne skribas nun; sed mi sendos al vi skribaĵon pri tio”. Kaj 25 tagojn poste, 27.6.1906, la Papo sendigis leteron kun Apostola Beno “al la redaktoroj de l’ Revuo”; jen la traduko de ĝia teksto (originale en la itala):

“El Vatikano, la 27an de junio 1906.
Via tre respektinda Monsinjora Moŝto,
mi ricevis la honoran komision sciigi al vi, ke la Sankta Patro favoranime kaj kun speciala plaĉo bonvolis akcepti la aperintajn numerojn de l’ revuo Espero Katolika, kiun vi humile prezentis al Li je la nomo de l’ Pastro Emilo Peltier.
Bonvolu Via tre respektinda Monsinjora Moŝto konigi al la nomita Pastro la Papan plaĉon kaj komuniki la apostolan Benon, kiun Lia Sankta Moŝto donis al li kaj al la redaktoroj de l’ revuo.
Plenuminte la ricevitajn ordonojn, kun la sentoj de grandega estimo mi diras min, de Via Respektinda Mosto, tre sindonema Servanto,
Giovanni Bressan”.
°°°°°

Su “Espero katolika” 1906-31, p. 1-4, c’è il resoconto dell’udienza privata di Papa Pio X, del 2 giugno 1906, al monsignore esperantista Luigi Giambene, che aveva presentato al Papa l’intera raccolta della rivista “Espero katolika” (Speranza cattolica) apparsa fino allora (1903-1906). Erano presenti anche altri esperantisti romani.
Traduco quello che Monsignor Giambene scrisse in una lettera dello stesso 2 giugno 1906:
«Il Santo Padre mi ha ricevuto molto affabilmente questa mattina. Ha letto ad alta voce (ma, ovviamente, in modo non corretto) la poesia di P. Aleksandro Dombrovski, che c’è nel primo numero (*), dicendo a ogni verso: “Capisco!”».
(*) Nota: la poesia sulla prima pagina del primo numero era intitolata “Al Lia Plej Sankta Moŝto, Papo Pio X-a” (A sua Santità Papa Pio X), ed era stata scritta in occasione dell’elezione del Santo Padre.
In quella occasione, Mons. Giambene presentò una domanda (scritta in Esperanto) di una Benedizione per P. Émile Peltier e i redattori di “Espero katolika”. Il Papa lesse anche quella ad alta voce, e poi disse: “Non scrivo adesso; ma le invierò uno scritto al riguardo”. E 25 giorni dopo, il 27.6.1906, il Papa fece inviare una lettera con la Benedizione Apostolica “ai redattori della Rivista”. Eccone il testo in italiano:

Dal Vaticano, 27 Giugno, 1906,
Illmo e Rmo Monsignore,
Ho l’onorevole incarico di significarle, che il Santo Padre si è benignamente degnato accogliere con particolare gradimento i numeri pubblicati della Rivista Espero Katolika, che Ella Gli umiliava da parte del Sac. Emilio Peltier.
Voglia la S. V. Illma e Rma compiacersi di partecipare al prefato Sacerdote il Sovrano gradimento e la Benedizione Apostolica, che Sua Santità ha impartito al medesimo ed ai redattori della Rivista.
Eseguiti gli ordini ricevuti, passo con sensi di profondo ossequio a professarmi,
di V. S. Illma e Rma
Devotissimo Servo
Giovanni Bressan.

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