Il 20 agosto è l’anniversario della morte (nel 1912) del predicatore inglese metodista William Booth (1829-1912)
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il quale nel 1865, insieme con la moglie Catherine Mumford
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fondò il movimento internazionale evangelico ed umanitario “Salvation Army” (Esercito della Salvezza)
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con una struttura paramilitare; partendo dai bassifondi di Londra, esso si è diffuso in tutto il mondo (probabilmente, è la più vasta organizzazione missionaria cristiana, dopo la Chiesa cattolica).
La Chiesa cattolica, dal canto suo, pur con ovvie riserve sul piano strettamente dottrinale (come detto, il movimento è nato nell’ambito del Metodismo, anche se assiste i bisognosi senza distinzione di fede), ne riconosce e loda l’attività caritatevole e di promozione sociale; ne dà testimonianza un articolo (di cui allego la prima pagina, con la foto di William Booth) di “Espero katolika” 1929-60, 15 giugno 1929, p. 293-295.
Dell’Esercito della salvezza scrisse anche “La Revuo” 1912-1913, VII, p. 138, in occasione della morte di William Booth; all’epoca, il movimento era diffuso in 60 Paesi, oggi lo è in 127.
Di tentativi degli esperantisti di contattare il movimento dell’Esercito della Salvezza parla “La Revuo” 1913-1914, VIII, p. 570.
Secondo “Esperanto de UEA” 1935-8/9, p. 129, in occasione del 25° Congresso Universale di Esperanto di Roma (1935) l’Esercito della Salvezza (Londra) inviò un saluto.
Allego 3 dei numerosi francobolli emessi per l’Esercito della Salvezza rispettivamente, della Gran Bretagna (1965), del Principato di Monaco (1978), della Svizzera (1982).