Personaggi

Antonio Salazar

Il 28 aprile è l’anniversario della nascita (nel 1889) del politico ed economista portoghese António de Oliveira Salazar, conosciuto come António Salazar (1889-1970)

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di fatto dittatore del Portogallo dal 1932 al 1968, su posizioni vicine al fascismo italiano di Benito Mussolini ed al franchismo spagnolo di Francisco FrancoBahamonde.

In analogia a quanto praticato nella Germania nazista a partire dal 1933 e nella Spagna di Franco (ma a differenza dell’Italia, dove si ebbero soltanto ostacoli burocratici, e gli ebrei esperantisti furono perseguitati in quanto ebrei, non in quanto esperantisti)

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2017/10/16/deportazione-dal-ghetto/

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sotto il regime di Salazar le attività esperantiste in Portogallo furono fortemente ostacolate o addirittura represse, quali espressioni di una mentalità internazionalista, e ritenute tendenzialmente sovversive (estendendo indebitamente a tutti gli esperantisti le idee politiche di quelli di sinistra).

Scrive, al riguardo, Ulrich Lins in “Esperanto en perspektivo” (L’Esperanto in prospettiva), Rotterdam, UEA, 1974), p. 710:

>Same en Portugalio, en aŭtuno 1936, ĉiuj esperantistaj societoj estis fermitaj, la ejoj sigelitaj, kaj policistoj tage kaj nokte gardostaris antaŭ la pordoj. Malgraŭ dumtempa malseveriĝo, ĝis la morto de Salazar regis la ideo, ke Esperanto estas en si mem politike tendenca; ĉio, kio nur aspektis esperantlingva, estis konfiskita. Dekreto de la Ministro de Internaj Aferoj de la 11-a de aŭgusto 1948 turnis sin kontraŭ “iuj ajn aktivaĵoj aŭ presaĵoj esperantistaj”, kaj du monatojn poste la Ministerio de Edukado malpermesis la instruadon de Esperanto en Portugalio. Agentoj de la sekreta polico traserĉis la loĝejojn de esperantistoj, transprenis ĉiujn esperantaĵojn kaj konfiskis, en aŭgusto 1949, la arkivon, bibliotekon kaj ceteran dokumentaron de Portugala Esperanto-Ligo. Eĉ leteroj el eksterlando, surhavantaj glumarkojn aŭ aliajn indikojn en Esperanto, neniam atingis siajn adresatojn.

 

(traduzione):

>Ugualmente in Portogallo, nell’autunno del 1936, tutte le associazioni esperantiste furono chiuse, le sedi sigillate, e poliziotti stavano di guardia giorno e notte davanti alle porte. Nonostante una temporanea mitigazione, fino alla morte di Salazar dominò l’idea che l’Esperanto ha di per sé una tendenza politica; tutto quello che solo aveva un aspetto esperantista fu confiscato. Un decreto del Ministro dell’Interno dell’11 agosto 1948 si diresse contro “qualsiasi attività o pubblicazione esperantista”, e due mesi dopo il Ministero dell’Istruzione vietò l’insegnamento dell’Esperanto in Portogallo. Agenti della polizia segreta perquisirono le case degli esperantisti, prelevarono tutto ciò che riguardava l’Esperanto, e confiscarono, nell’agosto 1949, l’archivio, la biblioteca e la rimanente documentazione della Lega Portoghese di Esperanto. Perfino lettere dall’estero, che avevano chiudilettera o altre indicazioni in Esperanto, non giunsero mai ai destinatari.

 

Carlo Minnaja scrive in “Ebraismo ed Esperanto nell’Europa dell’est”, p. 15:

>In Portogallo fu seguito il modello tedesco durante il dominio pressoché quarantennale di Salazar. Il movimento aveva una spiccata caratterizzazione proletaria e nel 1936 tutte le associazioni esperantiste vennero soppresse; fu vietata qualsiasi attività, compreso l’insegnamento della lingua. Solo nel 1972 fu consentita la ricostituzione dell’Associazione Esperantista Portoghese, e solo con la “rivoluzione dei garofani” del 1974 l’esperanto cessò di essere considerata una “lingua pericolosa”.

Tuttavia, nel campo esperantista più “tradizionalista” non mancarono voci favorevoli alla politica conservatrice di Salazar, con riguardo al “ristabilimento dell’ordine” ed al “risanamento finanziario”; ne è un esempio l’articolo pubblicato (nei Paesi Bassi) nel numero 178 del 1946, p. 28, di “Espero katolika” (Speranza cattolica), di cui allego l’immagine.

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È quindi significativo che il Congresso Universale di Esperanto di quest’anno (giunto ormai alla 103-a edizione) si svolga, per la prima volta, in Portogallo, a Lisbona (dal 28 luglio al 4 agosto 2018).

 

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