Personaggi

San Marco

Il 25 aprile si festeggia San Marco Evangelista; ma io non intendo parlare del Santo, bensì del suo rapporto con Venezia.

Secondo la tradizione, Marco, giunto a Roma insieme con Pietro, fu da questi inviato a predicare a Aquileia (Italia nord-orientale); ma una tempesta lo costrinse ad approdare alle isole di Rialto (dove poi sarebbe sorta Venezia); qui gli apparve in sogno un Angelo che gli disse “Pax tibi Marce Evangelista meus” (= Pace a te, Marco, Evangelista mio), e gli promise che in quel luogo egli avrebbe riposato fino all’ultimo giorno.

Marco, però, ripreso il viaggio, andò in Egitto, dove ad Alessandria subì il martirio il 25 aprile del 78 (ovviamente, dopo Cristo).

​Nel gennaio 828 alcune navi veneziane furono costrette da una tempesta a trovare rifugio nel porto di Alessandria; due mercanti veneziani imbarcati su quelle navi, Bono di Malamocco e Rustico di Torcello, pensarono di trafugare il corpo di San Marco e portarlo a Venezia.

Escogitarono quindi uno stratagemma per eludere la sorveglianza dei musulmani; forzato il sepolcro di marmo nella chiesa di San Marco ad Alessandria, misero il corpo in una cesta, e lo ricoprirono con foglie di cavolo dal forte odore e soprattutto con carne di maiale, sicché la pattuglia musulmana incaricata della sorveglianza si ritrasse schifata alla vista della carne proibita.

Giunti a Venezia, i due mercanti consegnarono le preziose reliquie al Doge, che per ospitarle degnamente stabilì che fosse costruita la Basilica di San Marco: si realizzò così la promessa dell’Angelo, anche se in ritardo (la Basilica fu inaugurata nel 1098).

Da allora, il leone simbolo di San Marco, con negli artigli la scritta in latino “Pax tibi Marce Evangelista meus”, campeggia nello stendardo di Venezia, e “Viva San Marco!” è il grido di battaglia dei veneziani (a questo proposito, ricordo che il 20 luglio 1866, al termine della battaglia navale di Lissa in cui la Marina del Regno d’Italia fu sconfitta da quella austro-ungarica, i marinai della flotta imperial-regia – che erano veneziani, istriani e damati, perché dal 1797 la Repubblica di Venezia era entrata a far parte dell’Impero austriaco – lanciarono in aria i berretti gridando gioiosamente “Viva San Marco!”: e in effetti, mentre nel resto d’Italia Lissa è ricordata come una sconfitta, in Veneto – nel frattempo annesso all’Italia – è ancor oggi considerata una vittoria).

​Sul martirio di San Marco, sul trafugamento del suo corpo, sul suo significato per Venezia, Francesco Pizzi (che era bibliotecario della Biblioteca “Marciana di Venezia) compose nel 1931 un poema in Esperanto di 400 versi ritmati, intitolato “La Protektanto” (Il Patrono). Non potendo, ovviamente, riprodurre qui tutti i 400 versi, ne trascrivo alcuni:

Ĉiu angulo de la urb’ posedas

fiksitajn signojn de l’ pasinta tempo,

kaj la emblemo de la Protektanto

ĉiujn ornamas. La leon’ blekegas

kaj per piedo ungoplena tenas

la plej solenan sur la ter’ devizon

kiu enhavas la parolon «PACO».

Suprenleviĝas la majesta turo

de l’ dediĉita bazilik’ al Marko;

ora l’ Anĝel’ sur ĝia pinto staras

kaj rebriletas je la sunradio.

(Ogni angolo della città possiede stabili segni del tempo passato, e l’emblema del Patrono li adorna tutti. Il leone ruggisce e tiene negli artigli delle zampe il più solenne dei motti che contiene la parola “PACE”. S’innalza il maestoso campanile della basilica dedicata a Marco; l’Angelo dorato sta sulla sua cima e scintilla ai raggi del sole).

​Allego:

– una bella immagine di Venezia, con la Basilica di San Marco, il Palazzo Ducale, la Prigione dei Piombi, il Campanile, la colonna di San Marco e la Biblioteca Marciana;

​- due francobolli emessi dalle Poste Vaticane nel 1972, con la leggenda del corpo del Santo e la Basilica di San Marco;

​- il francobollo emesso dalle Poste Italiane, nel 1973, con il Leone di San Marco;

​- lo stendardo del “Reggimento San Marco”, il Corpo speciale dell’Esercito italiano addestrato ad operare in territorio lagunare, erede (come corpo da sbarco) dei “Fanti de mar” della Repubblica di Venezia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *