Personaggi

Carlo Manzoni

 

La letteratura italiana conosce due “Manzoni”: oltre a quello famosissimo (Alessandro) ce n’è anche un altro, Carlo Manzoni, detto Carletto (16 aprile 1909-16 maggio 1975)

it.wikipedia.org/wiki/Carletto_Manzoni

​autore di testi umoristici i cui protagonisti sono assurdi ed inverosimili, ma proprio per questo destano il riso o quanto meno il sorriso: il tipico personaggio è il “Signor Veneranda”, coinvolto in situazioni surreali.

​Trascrivo un breve racconto, in italiano e nella traduzione in Esperanto di Carlo Sarandrea, ed allego la copertina del libro “50 scontri col Signor Veneranda”, ed. Rizzoli.

 


 

Il signor Veneranda al ristorante

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L’umorismo nasce dal voler intendere le parole alla lettera, senza tener conto del contesto. Il ragionamento del signor Veneranda non farebbe una piega se non fosse fatto in un ristorante, un luogo dove si va per mangiare.

 

Il signor Veneranda sedette al ristorante.

Il signore mangia? – chiese il cameriere al signor Veneranda.

Certamente – risponde il signor Veneranda.

Spaghetti al sugo, risotto, minestra in brodo? chiese il cameriere leggendo la lista.

Si capisce, disse il signor Veneranda, anche arrosto di vitello, salame, prosciutto, pesce,

ossobuco, filetti, spezzatini, brasato eccetera. Adesso è inutile che stia qui a farle l’elenco delle cose che mangio. Mi piace quasi tutto.

Va bene ma… balbettò il cameriere, stupito, – io vorrei sapere cosa mangia adesso.

Adesso niente, disse il signor Veneranda. – Ho già mangiato. Di solito mangio prima di mangiare, dopo mangiato non mangio più. Lei mangia anche dopo mangiato?

No ma… balbettò il cameriere che non sapeva più cosa dire; – le ho chiesto se mangia e

mi ha detto di sì.

Ma certo che mangio! – esclamò il signor Veneranda. Tutti mangiano. Se non mangiassi creperei. Non capisco perché le fa tanto meraviglia il fatto che mangio.

Non mi fa meraviglia, disse il cameriere mi fa meraviglia il fatto che lei non mangia.

Ma le sto ripetendo che mangio, gridò il signor Veneranda. Quante volte glielo devo dire?

Allora cosa vuole? gli chiese il cameriere confuso.

Niente – disse il signor Veneranda – assolutamente niente.

Carlo Manzoni (da “50 scontri col Signor Veneranda”, Rizzoli)

 

 

La stranga humuraĵo de la aŭtoro fontas el laŭvorta uzo de la frazoj sen konsideri la kuntekston (loko, dato, momento ktp). La rezonado de s-ro Veneranda estus sendifekta se li ne farus ĝin en restoracio, loko al kiu oni iras por manĝi.

 

Sinjoro Veneranda sidiĝas en restoracio.

“Ĉu vi manĝas, sinjoro?” demandas la kelnero al sinjoro Veneranda.

“Certe jes” respondas sinjoro Veneranda.

“Ĉu spagetojn kun tomata saŭco, ĉu rizaĵon, ĉu buljonon?” demandis la kelnero legante la menuon.

“Kompreneble jes!” diris sinjoro Veneranda: “Ankaŭ rostitan viandon de bovido, kolbason, ŝinkon, fiŝaĵon, kunmedolan oston, fileon, viandaĵpecojn, bovostifaĵon kaj tiel plu. Nu, tamen senutilas, ke mi diru al vi nun la liston de la kuiraĵoj, kiujn mi manĝas. Al mi plaĉas preskaŭ ĉiuj manĝaĵoj”.

“Do, bone, sed…” balbutis la kelnero, mirigita: “Mi deziras scii, kion vi manĝas nun”.

“Ĉu nun? Nenion”, diris sinjoro Veneranda. “Mi jam manĝis. Kutime mi manĝas antaŭ la manĝoj; post manĝo, mi ne plu manĝas. Ĉu vi manĝas post manĝado?”.

“Nu, ne…” balbutis la kelnero, kiu ne plu sciis, kion diri. “Mi demandis al vi, ĉu vi manĝas kaj vi diris al mi, ke jes”.

“Tutcerte mi manĝas” ekkriis sinjoro Veneranda. “Ĉiuj manĝas. Se mi ne manĝus, mi mortus. Mi ne komprenas, kial vi tiom miras pro mia kutimo manĝi”.

“Tio ne mirigas min” diris la kelnero: “Mi miras, ke vi ne manĝas…”.

“Ha, mi diradas al vi, ke mi manĝas”, kriis sinjoro Veneranda. “Kiomfoje mi devas diri tion al vi?”.

“Finfine: kion vi deziras?” demandis al li la konfuzita kelnero.

“Nenion”, diris sinjoro Veneranda: “Absolute nenion!”.

Carlo Manzoni, trad. Carlo Sarandrea

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