Personaggi

Cirillo e Metodio

 

Tutti sanno che il 14 febbraio è la festa di San Valentino, protettore degli innamorati; ma oggi preferisco parlare di altri due Santi, Cirillo e Metodio, la cui vita fu una lotta continua per introdurre nella liturgia l’antica lingua slava, compresa dal popolo, e che a questo scopo dovettero affrontare pregiudizi ed opposizioni (quanto questo la loro esperienza somiglia a quella degli esperantisti cattolici per ottenere l’approvazione del Messale en Esperanto!).

Cirillo e Metodo erano due fratelli (Metodo era più anziano, ma in genere si cita prima il più giovane, Cirillo, perché morì prima), venerati da lungo tempo come apostoli degli slavi meridionali (boemi, moravi, sloveni, croati, serbi ecc.).

Si prodigarono per rendere comprensibile ai popoli slavi la liturgia, che in precedenza si svolgeva soltanto in greco, latino ed ebraico (le tre lingue della scritta sulla Croce, secondo Giovanni 19,19-20).

Parlavano dalla nascita l’antico slavo, e poiché a quell’epoca quella lingua ancora non si era suddivisa in varianti nazionali, erano capiti in vaste regioni.

Dovettero affrontare due problemi, uno di principio ed uno pratico:

1- convincere le autorità ecclesiastiche che era consentito celebrare anche in altre lingue oltre le tre considerate “sacre”;

2- tradurre i testi liturgici nell’antico slavo, che ancora non aveva un sufficiente tesoro di vocaboli e addirittura non aveva forma scritta; per questo, Cirillo dovette “inventare” un alfabeto (che da lui prese il nome di “cirillico”), basato sulle lettere greche, con l’aggiunta di alcuni segni speciali per i suoni tipicamente slavi. L’antica lingua slava è ancora oggi la lingua liturgica delle Chiese ortodosse in Bulgaria, Bielorussia, Ungheria, Macedonia, Romania, Russia, Rutenia, Serbia, Slovacchia ed Ucraina, e fino alla riforma liturgica si era mantenuta anche nella cattolica Croazia.

A Roma, si criticò aspramente l’uso della lingua slava nella liturgia; per questo i due fratelli furono invitati a presentarsi al Papa, che allora era Nicolò I; ma il viaggio durò così tanto che quando essi arrivarono a Roma quel Papa era già morto. Tuttavia il suo successore, Adriano II, li accolse con grandi onori, anche perché portavano con sé quelle che erano ritenute le reliquie di San Clemente, Papa del primo secolo, relegato in Crimea e lì martirizzato.

Il clero romano si oppose all’uso dello slavo, ma il Papa lo approvò ed appoggiò, tanto che autorizzò la celebrazione della Messa in lingua slava nella Basilica di Santa Maria Maggiore (la sola condizione fu che la lettura dell’Epistola e del Vangelo avvenisse sia in latino che in slavo).

Cirillo morì a Roma il 14 febbraio 869, e fu sepolto nella Basilica di San Clemente presso il Colosseo.

Metodio, divenuto Vescovo di Sremska Mitrovica nell’attuale Serbia (con giurisdizione su Boemia, Moravia, Croazia e Serbia), dovette affrontare l’opposizione dei Vescovi bavaresi, che in precedenza avevano il “monopolio” della cura d’anime nei Paesi slavi meridionali. Fu arrestato ed imprigionato; Papa Adriano II protestò, ma invano; il suo successore, Giovanni VIII, riuscì a liberare Metodio, ma revocò l’autorizzazione a celebrare in slavo.

Il principe di Moravia, appoggiato dal Vescovo tedesco di Nitra, denunciò a Roma che però Metodio continuava a celebrare in slavo, e recitava in forma eretica il Credo. Metodio riuscì a convincere il Papa della sua retta condotta, e fu nuovamente autorizzato a celebrare in slavo. Dopo aver completato la traduzione della Bibbia, Metodio morì il 16 aprile 884, probabilmente a Stare Mesto (oggi Velehrad, nella Repubblica Ceca).

Purtroppo, dopo la sua morte ricominciarono i problemi: Papa Stefano VI proibì nuovamente l’uso della lingua slava; i seguaci di Metodio si rifugiarono in Bulgaria, dove passarono al rito bizantino peraltro in lingua slava; la Moravia cadde sotto la dominazione ungherese; la Boemia tornò sotto la giurisdizione tedesca; la Croazia rimase fedele alla liturgia romano-slava. Gli scontri del nostro tempo in quelle regioni hanno, evidentemente, radici antiche.

Cirillo e Metodio sono venerati come Santi sia in Occidente che in Oriente (*) (per questo motivo, sono considerati patroni dell’ecumenismo), ma solo nel 1880 la loro festa fu estesa dalle regioni slave a tutto il mondo cattolico. Nel 1985, Papa Giovanni Paolo II li nominò Compatroni di Europa, insieme con Benedetto, Brigida di Svezia, Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein).

(*) Tuttavia, i cattolici li festeggiano, insieme, il 14 febbraio, mentre in Oriente (ed anche nella cattolica Croazia) sono ricordati l’11 maggio.

La rivista “Espero katolika” ha ripetutamente parlato di loro, ad esempio:

www.esperokatolika.org/ek19811985/ek1981_0708.htm#4

www.esperokatolika.org/ek19811985/ek1981_06.htm#6

www.esperokatolika.org/ek19811985/ek1985_09.htm#4

www.esperokatolika.org/ek19861990/ek1990_0304.htm#4

www.esperokatolika.org/ek19861990/ek1990_0809.htm#3

Unisco l’immagine dei due francobolli emessi dalle Poste Italiane nel 2009, in occasione della Mostra a Palazzo Venezia (Roma): “Il potere e la grazia – I Santi Patroni d’Europa”.

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